LA STORIA DI TARANTO / 12a PUNTATA - GLI SVEVI A TARANTO
Dodicesimo, imperdibile, appuntamento con la 'Storia di Taranto' del nostro Aldo Simonetti
A dispetto di quell'invidiabile posizione geografica che non aveva lasciato indifferenti i precedenti dominatori ,sotto la dinastia sveva Taranto assume le sembianze di una piccola località di provincia completamente abbandonata a sè. Ma chi sono gli Svevi? Il nome deriva dal Ducato di Svevia, un territorio di vitale importanza all'interno del Sacro Impero Germanico. L'importanza di detto territorio accresce con l'ascesa al potere degli Hohenstaufen, di cui fa parte il celebre Federico Barbarossa, che mira ad annettere l'Italia ai domini germanici ingaggiando una lotta senza quartiere contro i Comuni. Vediamo però cosa accade al Sud, dove l'istituto comunale non è che un oggetto sconosciuto. Alla morte di Guglielmo III, a seguito di una caterva di intrighi e complotti degni delle più seguite 'telenovelas', ad acquisire il potere è la zia Costanza, maritata proprio al figlio del duca di Svevia, Enrico VI. La situazione non va a genio a Tancredi (altro pretendente al trono) che ingaggia così una guerra per accedere al trono. A spuntarla , tuttavia, è Enrico -peraltro figlio di Federico Barbarossa-, decretando la fine del dominio normanno. Alla morte di questi subentra Federico II. In questo momento la Puglia assurge al livello di autentica dimora del regnante. Ne sono testimonianza i numerosi castelli da lui stesso fatti erigere (esempio lampante è Castel del Monte). Ciononostante, Taranto non rappresenta che una cittadina adibita a semplice scalo turistico. Qualche storico ritiene vi abbia persino dimorato, ma in pochi lo giurano. Non è escluso, però, che vi abbia fatto costruire un edificio sul punto più alto della città, ma nessun resto tangibile ne dà prova certa: magari, per non intaccare quel culto della personalità sviluppatasi nei secoli successivi (ovviando così all'evidente stato di trascuratezza in cui versavano i nostri antenati erano), si è voluto dar vita a storielle di mera invenzione. Sempre restando nel campo delle ipotesi -e non può essere diversamente-, pochi giorni dopo la sua morte il suo corpo sarebbe stato imbarcato qui da noi per essere condotto alla volta dell'amata Palermo. Tornando al XIII secolo, deceduto Federico, l'eredità finisce nelle mani del figlio Manfredi, già definito principe di Taranto. Malgrado il titolo, di una sua presenza sulle rive dello Ionio non si ha alcuna traccia documentata. Complimenti. Ma con l'avvento degli Angioini il vento spirerà favorevole alla nostra terra, che avrà così la giusta considerazione.
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