L'amarcord di TST: Anna Zimerle, 'A volte canticchio ancora l'inno del Cras...'
L'ex play maker rossoblù racconta quel 10 maggio in cui diventò campionessa d'Italia in riva allo Ionio
DI ALESSIO PETRALLA
E' stata una delle beniamine della tifoseria del Cras Basket Taranto, la play maker, Anna Zimerle che nella stagione 2008-09 e nella successiva, pur, in quest'ultima, non giocando per infortunio, riuscì a vincere il secondo e il terzo tricolore della storia del club ionico. A Tutto Sport Taranto, la brava ex cestista torna a parlare di quei momenti: "La mia prima partita a Taranto era carica di aspettative e di occhi puntati visto che raccoglievo una importante eredità nel ruolo di play maker. Poi, con i tifosi è stato amore reciproco. Credo che se, soprattutto, in una piazza come quella di Taranto, mostri grande attaccamento alla maglia si va in campo con una forza in più, che è quella del calore della gente. Non ci crederete ma ogni tanto, ancora, canticchio l'inno e mi risuonano nelle orecchie i cori della tifoseria ionica".
-Qual è stata per te la partita più significativa e più importante giocata a Tarant?
"Senza dubbio gara 2 della serie finale scudetto con Venezia in cui riuscimmo a cambiare lo stato emotivo e mentale: dopo il ko in gara 1 non era affatto semplice. In quel match riprendemmo in mano le redini della serie finale".
-Quali i canestri più importanti realizzati con la maglia del Cras?
"Ricordo un canestro in particolare che realizzai da quasi metà campo. Stavamo giocando un quarto di finale di coppa europea e mancavano pochi secondi al termine. Il punteggio era di parità ma con quella tripla regalai la vittoria alla squadra. Nel complesso, però, nelle tre stagioni giocate a Taranto, tra campionato e coppa, sono davvero tanti i ricordi di azioni importanti e di punti con il conseguente boato del pubblico che metteva i brividi".
-Come hai vissuto i giorni degli scudetti vinti? Quali le sensazioni?
"Uff, questo è un tasto davvero speciale visto che lo scudetto mancava nella mia bacheca. Perciò, quel giorno, per me, è stato indescrivibile. Quel 10 maggio ho vissuto delle emozioni e delle gioie incredibili. Ricordo gli occhi di ognuno di noi: quelli dei tifosi, dei presidenti fino a quelli dei dirigenti e dei tecnici. Poi c'eravamo noi giocatrici e i nostri familiari. Eravamo tutti immersi e impregnati dalla gioia più pura anche perchè i tanti sforzi fatti in quel momento si erano trasfortmati nel giusto premio".
-Che ricordo hai di coach Ricchini e delle compagne? Qualche aneddoto...
"Era ed è un uomo dal grande cuore al quale però, per colpirlo, dovevamo stare molto attente ai dettagli. Ha avuto il merito di saper gestire un gruppo dai nomi altisonanti e variegati facendoli mettere tutti al servizio del risultato comune che poi abbiamo ottenuto. Per quanto riguardo le compagne ognuna, a modo suo, era strepitosa: c'era da chi cucinava per tutta la squadra a chi sapeva arrabbiarsi in campo per spingere il gruppo verso una vittoria. Aneddoti particolari non ne racconto, perchè lo spogliatoio resta sacro anche dopo un decennio. Siccardi confermerà...".
-Rimpianti?
"Essere arrivata ad un soffio dal tetto d'Europa nella finale con il Galatasaray è un rimpianto. Però, onore ai vincitori. Personalmente, non aver potuto giocare nella stagione del secondo scudetto per un problema di salute è stata una beffa".
-Un messaggio e un saluto al popolo rossoblù...
"Qualcuno di loro sa cosa penso perchè mi tengo ancora in contatto. Porto nel cuore il loro calore inconfondibile e come già detto ricordo i cori della tifoseria che ci davano la carica necessaria per dare il meglio in campo. Spero con tutto il cuore che una nuova realtà sportiva, magari cestistica, possa nascere e regalare emozioni alla città di Taranto e che queste possano essere simili almeno quanto quelle regalate dal Cras. Un abbraccio virtuale a tutto il popolo rossoblù".
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