ORIGLIO
ORIGLIO
Adagiata tra le braccio di Morfeo, indivisa
col sonno bussato dolce nel suo appiglio… io origlio,
le palpebre chiuse son lì a sognar soffice giaciglio
mentre una tenue luce illumina il suo bel viso.
Nei silenzi della notte, l’osservo,
come il dì al suo essere con me … luminosa
nel soffuso chiarore la mia mano la cerca…
il mio protervo,
sul cuore così fremente essa si posa
e nel turbinio dei sensi,
io l’essere ansioso,
ne assaporo ogni battito, candore così intensi.
Nelle tarde ore i respiri suoi ancor origlio,
lì catturo per portarli in serbo coi nati bisbigli,
lì cullo teneramente in riparo sino al mattino
per donarli al risveglio suo a me vicino.
Lo sguardo segue le movenze,
si plana su di lei con semplici carezze,
nei frammenti di tempo offerti dalla luna,
s’acquieta speranzoso senza timor alcuno
col bramato desiderio d’un suo aprirsi
e nelle trame sospirose d’amor… in aurora
lo scoprirsi
affinchè possa al fin amarla ancora.
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