Guida consapevole
di Ivan Scelsa
Auto sempre connesse con internet? Da appassionato di motori, a dire il vero non se ne sentiva affatto la mancanza. Navigare su internet, gestire i contenuti di uno smartphone, sono innovazioni interessanti per giustificare un surplus di denaro da sborsare nel prezzo finale dell’auto da acquistare ma non rappresentano il vero valore del veicolo.
Ma a parte questa personalissima considerazione, il sopraggiungere di sempre nuovi sistemi di infotainment ha portato non solo a modificare l’ergonomia degli interni e il design delle plancia ma anche a problematiche connesse alla sicurezza.
In Audi, ad esempio, per creare un ponte stabile tra i contenuti potenzialmente disponibili dall’interno dell’auto e l’esterno, serviva una rete in grado di supportare l’immensa mole di megabytes da trasferire. E allora da alcuni anni è stato sviluppato un modulo di connessione in grado di agganciarsi alle reti ultraveloci LTE: in concreto, significa che si potranno vedere streaming video anche in movimento, fino alle risoluzioni più elevate!
Ma siamo sicuri che il dispositivo (ottimo se si viaggia in compagnia per motivi di lavoro o con bambini al seguito da tenere impegnati nei lunghi viaggi), se utilizzato dal conducente, sia davvero a norma con il codice della strada? E qualora lo fosse, siamo sicuri che comunque consenta di mantenere la stessa soglia di attenzione durante la marcia?
Per anni l’automobilista è stato multato e terrorizzato dalla possibilità di incorrere nelle violazioni del Codice della Strada circa “l’utilizzo del telefonino” (in realtà in Italia la norma è ben più ampia e racchiude tutte le apparecchiature radiotelefoniche che impegnino l’utilizzo anche di una sola mano…) senza che venisse fatta alcuna distinzione tra vetture a cambio automatico o con cambio manuale.
Quello che sembra indispensabile oggi per le case costruttrici (e, aimè, per l’automobilista medio) è la capacità di connettersi piuttosto che sicurezza e piacere di guida da ricercare nell’auto da comprare.
Sempre connessi a Facebook e WhatsApp, magari leggendo gli SMS e consentendoci tranquillamente distrazioni che potrebbero rivelarsi fatali (molto più del tanto demonizzato telefonino) poiché distolgono, oltre che l’attenzione, anche lo sguardo. E non parliamo di progresso, vi prego.
Anche in virtù degli ultimi fatti che hanno visto coinvolto il Gruppo Volkswagen negli Stati Uniti (e le cui ripercussioni stanno per giungere anche in Europa) è necessaria una nuova etica. E questo al di là degli aspetti normativi che ci impongono (o ci vietano…) taluni comportamenti. E’ giunta l’ora di riflettere, per l’utilizzatore finale del prodotto tanto quanto per le case costruttrici.
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