La rivolta del calcetto: "Seguiamo protocolli rigorosi, non chiudeteci"
Il possibile divieto dell'attività del calcio 5 suscita le reazioni del movimento. Gatti, presidente dell'Assoallenatori di Milano: "Non è possibile colpire un settore dove sono state rispettate tutte le norme"
La notizia della possibilità che nel prossimo Dpcm si torni al divieto per l’attività del calcetto e di tutti gli sport di contatto a livello amatoriale comincia a generare tante reazioni dal mondo dei centri sportivi. Mentre oggi il tema farà parte del pacchetto di misure che il Governo porterà al tavolo del confronto fra il ministro della salute Roberto Speranza e il Comitato Tecnico-Scientifico. Domani è in programma il confronto con le Regioni e già in serata o martedì potrebbero essere promulgate le nuove restrizioni.
"NON SIAMO UNTORI"
"Non è possibile colpire un settore dove sono state rispettate tutte le norme sul contingentamento e sul distanziamento - dice Paolo Gatti, segretario del Comitato dei concessionari milanesi e presidente dell’Assoallenatori di Milano - Abbiamo dei protocolli davvero stringenti e siamo stati attenti nella loro applicazione Non abbiamo mai sottovalutato l’emergenza da subito neanche durante pausa la pausa estiva e continuiamo a essere scrupolosissimi". "Sarebbe una decisione assurda che metterebbe in ginocchio un settore già provatissimo - spiega Emanuele Tornaboni, titolare di uno dei centri sportivi più grandi e attivi di Roma, lo Sporting Club Due Ponti - torniamo agli sportivi come untori. Nel calcetto il contatto è velocissimo e non prolungato e ci hanno sempre detto che il rischio del contagio è nella continuità dell’incontro".
CONTAGI "SPORTIVI"
Il problema delle modalità che favoriscono di piu il "rischio contatto" è un tema che non ha ancora risposte certe. Gli scienziati però nei giorni scorsi avevano già suggerito la possibilità di questo tipo di chiusure "sportive". Si insiste non solo sulla "durata del contatto", ma sull’"intensità del contatto". Nel monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, i focolai nati attraverso "l’attività ricreativa" sono il 4,1 per cento del totale (la gran parte delle trasmissioni è di tipo familiare, il 77,6), in calo rispetto ai precedenti due report di settembre (6,3 e 4,5). Dalle informazioni raccolte in questo ambito, ma non ci sono dati ufficiali ed è bene usare la massima cautela, i focolai "sportivi" sarebbero una minima parte di quelli "ricreativi".
DILETTANTI OK
Intanto si cerca di chiarire il raggio di applicazione che potrebbe avere la norma "vieta calcetto". Rimarrebbero fuori tutte le attività riconosciute da Coni (federazioni, discipline associate ed enti di promozione) e Comitato paralimpico. Quindi tutta la filiera dei campionati dilettantistici e giovanili non sarebbe compresa visto che si sta studiando un provvedimento per le "attività amatoriali". Nelle prossime ore se ne saprà di più.
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