Tst Eventi

"MOICARTE", XXIII EDIZIONE: TRIONFANO CESARE NATALE, DANIELA LELLI E GIOVANNI MONOPOLI

12.03.2014 19:13

https://www.buonocuntosrl.it/

I tre poeti tarantini fanno incetta di riconoscimenti nell'importante Premio Letterario Internazionale dedicato alla memoria della grande Rita Scarcella Blasi


Si è svolta martedì sera, presso il Salone degli Specchi di Palazzo di Città a Taranto, la XXIII edizione di 'Moicarte' - Premio "Rita Scarcella Blasi"Premio Letterario Internazionale giunto quest’anno alla XXIII edizione. L’iniziativa si avvale del patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Taranto, del Comune e della Provincia di Taranto. 

Presenti all'evento i poeti e gli artisti più affermati della provincia jonica.  A trionfare, nella "sezione narrativa", Cesare Natale e Daniela Lelli, con il romanzo "Via della Felicità n.8".

Queste le motivazioni della giuria, esplicitate dalla stimata professoressa Antonietta Benagiano:

Una sinfonia a quattro mani, questo libro di Cesare Natale e Daniela Lelli, e avvince il loro sentimento d'amore che continua a fasciarsi d'innamoramento. L'amore può tenere lontano "il tempo che non ha tempo", divenire lotta senza sosta, terribile e al tempo stesso salvifica, e ogni giorno scorr con la preziosità che dovrebbe avere, segna uno straodinario rinnovarsi. Il dramma, amore e tempo fra prosa e lirica entrambe traboccanti di sentimento, và al di là dell'espressione del loro amore speciale, fusione nella interiorità più profonda che supera il male, si fa anche insegnamento per quanti non riescono ad avvolgere di autentico bene i loro giorni insieme, nè hanno menoria della bellezza vissuta. Il passato diviene, invece, per Cesare e Daniela, forza del presente e proiezione nel futuro, in quanto amore sempre rinnovantesi, nonostante il tempo, nonostante la sofferenza".

Applausi a scena aperta anche per Giovanni Monopoli, insignito del terzo premio nella sezione "Poesia edita". Queste le motivazioni che hanno portato allo splendido riconoscimento per il poeta jonico:

L’autore, che con modestia si definisce “umile scrivano”, lascia che il suo verso, volto alla ricerca di rime e assonanze, sgorghi da profondo meditare sulla sottrazione della vita che il lavoro, senza adeguate strutture a difesa, provoca.

Problema quanto mai presente nel nostro territorio e altrove, giammai risolto.

Attenzione e compianto si riducono, purtroppo, ancora al fuggevole momento, non segue il necessario operare risolutivo.

E intanto “il domani non c’è più/ vuoto a manère il fardello”, come recita Giovanni Monopoli, mentre chi ha subito il dolore della perdita resta nel pianto, né può trovare consolazione nel passato, dei “momenti vissuti,/sceglie il sorriso, ma resta smorzato, vitreo/e continua solitaria nel suo pianto”.

 

 

Commenti

ORIGINE STORICA E LINGUISTICA DELLE PETTOLE
TARANTO - MANFREDONIA, PARTE LA PREVENDITA