La storia di Taranto

LA STORIA DI TARANTO / 2a PUNTATA - L'ETA' ELLENISTICA

14.08.2013 17:57

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Continua il viaggio con la macchina del tempo di TuttoSportTaranto.com: il secondo appuntamento con la storia della nostra città è dedicato all'età ellenistica


 

Appena il tempo di emettere i suoi primi vagiti, che Taranto è chiamata a difendere con le unghie e con i denti la sua esistenza. La posizione strategica,il territorio fertile e la prosperità economica attirano inevitabilmente le invidie e le antipatie dei vicini, sempre pronti ad ingaggiare battaglie al fine di scoraggiare le velleità di una città in continua crescita.

Ed è così che s'inaugura una lunga serie di scontri, grazie ai quali Taranto consoliderà la sua posizione politica e geografica.Nel 473 a.C. si fanno sotto i Messapi, popolazioni limitrofe preoccupate da eventuali perdite territoriali. Ma è qui che scatta un gioco di alleanze: i Tarantini riescono a strapparne una ai Reggini, i Messapi confidano nell'aiuto dei Peucezii. La guerra, almeno nelle prime battute, sembra volgere a favore dei nostri avversari, molto più numerosi ed aggressivi. Nello stesso anno, probabilmente nelle vicinanze di Mottola, le nostre truppe subiscono una cocente sconfitta (lo stesso storico Erodoto parla di un'ingente quantità di perdite tra i soldati), le cui conseguenze si ripercuotono non solo sulle finanze, ma anche sul governo della città. Qui, a seguito del malcontento generale,si accende una rivolta per mezzo della quale, in luogo del precedente regime aristocratico, viene instaurato un governo democratico successivamente rivelatosi efficiente. Leccatasi le ferite e rialzatasi in piedi, Taranto riprende la guerra contro i molesti vicini. Grazie alle forze fresche messe in campo, giunge un'impressionante serie di vittorie che, nel giro di pochi anni, mettono i Messapi nelle condizioni di restare immobili nel loro angusto territorio senza poter più arrecare disturbo.
La situazione si stabilizza e giunge così il momento di espandersi ben oltre le terre fin qui 'perlustrate'. L'intenzione è quella di puntare verso sud, più precisamente verso la fertile Siritide. Ma per accedervi c'è da pagare dazio. Piegata senza troppe resistenze Metaponto, a creare qualche grana in più è Turi. Ma la sorte è ancora dalla nostra parte e la ribelle cittadina è costretta a capitolare. Ma non finisce qui: per ragioni di sicurezza e di prestigio, viene fondata la colonia di Heraclea (l'attuale Policoro), popolata da tarantini ed ex abitanti della sottomessa Turi (sebbene quest'ultima non ben disposta ad accettare un insediamento tarantino sul proprio territorio).
La città,intanto, conosce uno straordinario periodo di crescita e prosperità. Sullo sfondo di una Taranto economicamente e culturalmente avanzata, si staglia la figura di Archita, probabilmente (se non certamente) il più grande personaggio nato e vissuto tra i due Mari. Uomo di particolare ingegno, è eletto stratego per ben sette volte (una specie di sindaco 'ante litteram'). Grazie a lui sono coniate monete e medaglie, vengono innalzati sontuosi edifici e statue e l'intero 'dèmos', in virtù dell'ordine instaurato, dorme sonni tranquilli. E' lui a stabilire per la prima volta la serie di numeri irrazionali riguardanti le radici quadrate; a lui si attribuisce la costruzione del primo oggetto volante, una colomba di legno vuota all'interno e riempita d'aria compressa; è lui il primo a constatare che vi sono suoni o troppo deboli o troppo acuti che il nostro orecchio non può percepire. Ma questo è solo l'inizio di una lunga lista di scoperte e teorie del Leonardo da Vinci tarantino.

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