Roberta Vinci al Tarentum. Il racconto della serata
a cura di Paolo Inno per Fondazione Taras 706 a. C.
Un gigantesco «forza Taranto!», soffiato a pieni polmoni dai quattrocento dell’auditorium Tarentum, ha chiuso la festa organizzata dalla Fondazione Taras per Roberta Vinci. Esplosione di voci e di speranze, che fissano nella memoria tarantina il momento raro di una città che si riabbraccia nello sport e celebra, unita, la sua più attuale espressione di successo. Roberta. Occhi lucenti, voglia di sorridere, di raccontarsi: «Spero di essere sempre all’altezza della città che rappresento», dice al microfono di Leo Spalluto nell’intervista di mezza sera. Chiede a Taranto di starle accanto e giura: «Tiferò sempre per te».
Il pomeriggio del Tarentum è un lungo fiume di sorrisi: guida lo show Gianni Sebastio, diverte il pubblico Aldo Salamino. Karate e hip hop per iniziare, con le apprezzate esibizioni di Dojo Arashi e Taras Crew; quindi la scherma di Massimo Cimaglia, “sciabol-attore”, e il suo “duello” improvvisato con Roberta. La tennista tarantina sta al gioco. Via pure le scarpe, allora, quando spunta un pallone dalle quinte e arriva il momento dei palleggi.
Sul palco sfilano più di venti società sportive per altrettante discipline: dal rugby al calcio a 5, dalla boxe al ciclismo e così via, passando per il basket, il volley, l’atletica leggera.
Omaggi alla tennista, autografi e foto di rito, sino a comporre il mosaico finale, scena di forza irreplicabile: Roberta Vinci nel centro del palco e, intorno, lo sport di Taranto unito al completo. Catena umana di lealtà, ammirazione sincera e incorrotta. Miracolo dello sport. Tutti vogliono la campionessa, afferrare il suo segreto, portarlo in pista, sul campo, in palestra. Vincere. Come lei, con lei, per Taranto. Perché «quando vince Roberta vince la città», dice Elisabetta Zelatore, presidente del Taranto FC 1927. Parole vere, preludio alla chiosa.
Roberta Vinci riceve da Gianluca Mongelli, presidente della Fondazione Taras, la tessera di socio onorario del supporters’ trust. Poco prima un pensiero per Claudio Miale, “eroe” di questi tempi, ex calciatore rossoblù che ha sventato e denunciato un tentativo di combine. Storie di vita e di sudore che s’intrecciano. Restituiscono il ritratto dello sport tarantino, che rivendica eccellenza e differenza. Sport che ha gli occhi luminosi di Roberta e il cuore, le racchette, gli scarpini, i guantoni e le casacche di chi era lì per applaudirla e dirle: “Grazie”.
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