C.T.T., DUE VETERANI SUL PODIO DI ROMA
Come un'istantanea, che d'improvviso, a distanza di quasi mezzo secolo, assume colore. E poco importa della canizie sopravanzante, indicatore meramente anagrafico. Francesco Marangio e Antonio Marossi partono alla volta di Roma, portando con sè racchette, tute e centotrentadue anni di esperienza, che le valigie quasi stentano a contenere.
Il primo weekend di marzo, da poco trascorso, sarà per i due pongisti ionici di certo difficile da dimenticare: un terzo posto nel Doppio Maschile Veterani 60/65, che va a rimpinguare il già corposo bottino di trofei già conquistati nel corso della loro fulgida carriera.
I due monumenti viventi dell' Età d'Oro del tennistavolo tarantino, come ai tempi della A, si dilettano a prendere a pallinate i propri coetanei, agguantando, quasi per gioco, la semifinale. Qui, la ditta del ping-pong ''due Mar' (ironia della sorte, le prime tre lettere dei loro rispettivi cognomi evocano la nota tipicità geografica di Taranto) alza bandiera bianca al cospetto dell'altra coppia vintage, Piperno-Coppola.
Come se non bastasse, nel Singolo Maschile Veterani 60/80, Marossi approda in semifinale, dove si piega, malgrado un'eroica resistenza spartana, a Gammone.
Baci, sorrisi, abbracci e sfottò al termine delle ostilità. Ma nessuna intervista, riflettori spenti. Due decani dello sport che, malgrado la loro epopea pongistica di mezzo secolo fa, si ostinano ad allenarsi ed operare all'oscuro, secondo gli indissolubili principi dell'umiltà e dell'impegno. Un sacrosanto ritorno alle origini, che funga da 'exemplum' per i freschi atleti di oggi e di domani,come in ossequio alla chiosa finale de La Grande Bellezza:"...perché le radici sono importanti".
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