Taranto. Mercato, Piovaccari senza indugi: “Sarebbe un onore giocare in una piazza del genere”
L'attaccante reduce dal triennio in Spagna afferma: "sarei pronto ad un sacrificio economico per approdare in una piazza come quella rossoblu"
A cura di Enrico Losito
Attaccante giramondo con un notevole bagaglio internazionale: Federico Piovaccari, 36 primavere e una carriera consumata in Italia tra serie B, C e D e notevole esperienza nei campionati esteri di Australia, Cina, Romania e soprattutto in Spagna dove ha trascorso le ultime tre stagioni. Abbiamo raggiunto il calciatore in Spagna per questa intervista dai risvolti sorprendenti a tinte “rossoblu” ioniche.
Parliamo della tua esperienza in Spagna, come la giudichi e quanto ti ha arricchito sotto l’aspetto umano e come calciatore?
“La Spagna per me è la seconda casa, mia moglie è spagnola e siamo insieme da 15 anni; sono stato fortunato a vivere questa esperienza negli ultimi tre anni. In passato ho militato anche in Australia, Cina e Romania, di sicuro ho acquisito un buon bagaglio di esperienze calcistiche e di vita. Il calcio all’estero viene vissuto in maniera diversa rispetto all’Italia in particolare nei post partita: vivi da persona normale a prescindere dal risultato della squadra. In Italia viene vissuto in maniera diversa, ricordo il primo anno in cui andai a giocare lontano da casa al Sud precisamente a Vittoria: in caso di successo la gente ti fermava per strada per scattare foto e avere gli autografi. Qui in Spagna anche se vinci resti una persona qualunque anche quando perdi mentre in Italia spesso puoi essere vittima d’insulti o altro”
Il tuo futuro potrebbe essere in Italia? Puoi fornirci qualche indizio su formazioni che ti hanno contattato?
“C’è l’opzione di tornare a giocare in Italia, del resto è il mio Paese dove ho iniziato a giocare e ci tornerei volentieri. Ho avuto qualche chiamata da alcune squadre e sono in attesa che possa concretizzarsi qualcosa; tra questi club c’è anche il Taranto per me sarebbe un onore giocare in piazza così importante come quella tarantina. Tra l’altro ho giocato contro i rossoblu nella stagione 2009-10 quando militavo nel Ravenna e mi ricordo che l’anno successivo mi chiamarono per giocare a Taranto ma alla fine andai al Cittadella”.
Saresti disposto anche ad andare in ritiro con il Taranto per dimostrare di essere un calciatore con una buona condizione atletica e fisicamente integro?
“Non so se il problema può essere l’età abbiamo dei casi come Buffon che ha detto che potrebbe giocare per altri 4-5 anni, l’aspetto principale è sempre lo spirito basta vedere calciatori come Ibrahimovic e Ribery. Ad oggi io sto bene fisicamente e non ho patito infortuni gravi in carriera poi curo molto l’aspetto alimentare e fisico. Non c’è alcun problema se il Taranto volesse portarmi in ritiro per provarmi e saggiare la bontà delle mie condizioni fisiche. Questa ormai è una sorta di “usanza" che si è diffusa tra le formazioni di Lega Pro. Sono consapevole della mia forza, del mio buono stato atletico e della voglia che ho di continuare a giocare”
Considerando il periodo di crisi dovuta al Covid, saresti disposto ad un sacrificio economico per una piazza come quella di Taranto?
“Taranto è una piazza molto calorosa e in più il gruppo che ha vinto il campionato può solo fare invidia a tanti. Ci sono molte piazze in C che non meritano questa categoria ma serie superiori. Spero che l’emergenza del Covid si attenui per vedere nuovamente gli stadi pieni. In quel caso ci sarebbe da divertirsi con il pubblico di alcune piazze importanti che farebbero invidia a compagini di categoria superiore. Il lato economico non può essere un problema anche qui in Spagna quest’anno c’è stato un approccio differente: tutti hanno capito l’esigenza dei club di “tirare la cinghia” anche noi calciatori non siamo stupidi e abbiamo certato di andare incontro alle esigenze economiche delle società trovando un punto d’incontro, questo vale anche quest’anno se ci sarà la possibilità di approdare a Taranto”.
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