L'amarcord di TST: Pietro Maiellaro, 'A Taranto non avevo paura di niente...'
L'ex attaccante rossoblù commenta il periodo delicato e s'immerge nel passato: 'Che emozione quegli spareggi...'
DI ALESSIO PETRALLA
E' stato uno dei calciatori più forti e discussi della storia del Taranto, l'attaccante Pietro Maiellaro che con De Vitis, nella stagione 1986-97, ha costituito una delle coppie d'attacco più forti della storia rossoblù e che, a Tutto Sport Taranto, commenta il brutto momento che vive l'Italia immergendosi nei ricordi di quel suo Taranto: "Questa malattia invisibile ha colpito all'improvviso. Bisogna contenerlo quanto più possibile e con il tempo sconfiggerlo".
LA RIPRESA: "Ovviamente, la cosa prioritaria è la salute. Certo, questo periodo sarà causa di problemi economici e logistici che dovranno essere valutati per bene. I campionati professionistici dovrebbero essere portati a termine con grandi precauzioni anche se ci saranno sempre degli scontenti. Si dovrebbe giocare tre volte a settimana: tutto ciò perchè esistono troppi interessi che fanno del calcio una delle maggiori forze economiche dello Stato. E' una sorta di azienda che non si può fermare".
CAMPIONATI DILETTANTISTICI: "Li i problemi sono tanti e se non ci si fa forza non si riparte. Ora sarà difficile muoversi in chiave retrocessioni e promozioni. Spero che la Lega aiuterà soprattutto le squadre con maggiori problemi anche attraverso delle risorse economiche: so' che non è facile. Dovrebbero evitare di far pagare qualcosa e allo stesso tempo quelle società che offrono stipendi alti dovrebbero ritoccarli con i calciatori che dovrebbero dimezzarsi lo stipendio: è una cosa che fa male per ognuno di noi, però, personalmente, io avrei compiuto questo gesto".
TARANTO: "Mi mancava un trampolino di lancio e Taranto, per me, lo è stato. Purtroppo, nella stagione successiva, per fare cassa, mandarono via sia me, al Bari, che De Vitis alla Salernitana. Stessa cosa mi era successa nel passaggio dal Palermo al club ionico. E' stata una grandissima esperienza, fantastica. Mi facevano sentire importante tanto che non avevo paura di niente. Quei tifosi ci mettevano una passione incredibile: dovrebbero trovarsi quanto meno in serie B".
I GOL: "Ne ho realizzati parecchi belli: ne voglio ricordare uno su punizione fatto al Lecce in cui tutti ci davano per spacciati. Altra giornata in cui segnai una marcatura importante fu l'ultima in casa quando battemmo per 3-0 il Genoa che si giocava la promozione in serie A (il Taranto la permanenza in B). Prima del match fuori l'hotel, vennero a sostenerci tantissimi tifosi. Il direttore ci fece affacciare per salutarli. Nel frattempo, quel pomeriggio, la Sambenedettese vinse clamorosamente a Bari e fummo condannati agli spareggi con la Lazio e il Campobasso (stagione 1986-87)".
GLI SPAREGGI: "Con il Campobasso pareggiammo trovando la permanenza con la Lazio. Riuscimmo a battere i biancocelesti grazie ad un gol di De Vitis. Furono delle bellissime emozioni. Conquistammo una permanenza meritata visto che nel girone di ritorno, con i 2 punti a vittoria, ne conquistammo ben 23: una media promozione. Giocavamo bene e con due, tre buoni innesti quella squadra, l'anno dopo, avrebbe potuto lottare per la serie A".
IL TARANTO 2020: "Ho avuto modo di vedere gli ionici all'opera nella sfida di Bitonto quando persero 3-0. I primi 15'-20' furono positivi ma poi alla prima ripartenza i neroverdi passarono in vantaggio. Così, i rossoblù si sciolsero mostrando una mancanza di personalità. Poteva finire anche sei o sette a zero per i ragazzi di Taurino. Ritengo che se in quella parita non si fosse perso così adesso si starebbe parlando di un altro campionato. Voglio molto bene ai tifosi tarantini e spero che possano tornare a sostenere la società che ha speso tanti soldi".
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