STORIA DELLE CHIESE DI TARANTO: SANTA LUCIA E LA CONFRATERNITA SCOMPARSA
di Aldo Simonetti
Intorno alla metà degli anni Sessanta, il quartiere Solito Corvisea ha assunto una conformazione ben definita, benchè non del tutto corrispondente all'attuale.
L'area urbana, difatti, ha appena iniziato ad espandersi al di là di viale Magna Grecia, con l'istituzione del Quartiere C.E.P., successivamente ridenominato Salinella, e diversi edifici abitativi nelle adiacenze del Campo Sportivo Mazzola.
Il rione, già di vaste proporzioni, è spiritualmente retto da due parrocchie, quelle di Santa Teresa di Lisieux e del Cuore Immacolato di Maria, per di più poste ai due capi estremi del medesimo. Si valuta, pertanto, la possibilità di innalzare un nuovo tempio, scorporando da ciascuno dei due succitati una porzione di fedeli e rendendo più agevole la partecipazione alle funzioni sacre per la crescente popolazione. Viene, a questo proposito, individuata un'area incolta e incastonata in un nugolo di palazzine popolari (tra le quali, quelle dell'INA-Casa, edificate nel pieno degli anni Cinquanta) abitate da operai e dipendenti della Marina Militare, tra le vie Cesare Battisti, Millo e Acton. Non è certamente un caso se la scelta di collocare l'erigenda chiesa ricade proprio su questa superficie, essendo pressappoco equidistante dai due edifici sacri già esistenti in zona.
Il 'placet' per l'avvio dei lavori viene dato da mons. Motolese sul calare del 1965. Dopo meno di un anno, il nuovo luogo di culto, intitolato a Santa Lucia, è già portato a termine. Il suo battesimo avviene il 13 dicembre del 1966, giorno dedicato alla santa, alla presenza dell'Arcivescovo e di tutte le autorità politiche e militari, tra i quali il sindaco Curci. La guida delle anime della parrocchia viene affidata a don Michele Lucarella, sacerdote di origini martinesi, la cui gestione ha fine dopo ben 27 anni dal suo insediamento. Nel 1993, infatti, gli subentra don Tonino Caforio, tarantino 'doc', al quale si deve la costituzione dell'annuale processione (vero preludio al Natale) in onore della martire siracusana, divenuta nel tempo consolidata tradizione religiosa per la comunità tarantina.
Legata alla chiesa in questione è una controversa vicenda relativa alla confraternita della Santissima Trinità. A seguito della demolizione dell'omonimo tempio in Città Vecchia (in prossimità delle arcinote colonne doriche) e del suo conseguente esilio, la storica congrega trova dimora presso l'edificio di recente inaugurazione. Nel 1967, poi, la prima processione de 'u Bammìne curcàte, che in un ambito urbano periferico non riesce ad attecchirvi come nella sede originaria: verrà soppressa già dopo la prima uscita nel nuovo contesto di Solito Corvisea. Tuttora, della presenza di questa errabonda confraternita all'interno della parrocchia non resta la pur la minima traccia, sebbene ne fossero 'illo tempore' conservati l'archivio e persino statue nonchè componenti di mobilia.
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