L'amarcord di TST: Simona Tassara, 'Quelle due palle rubate a Macchi valgono più di canestri'
L'ex guardia del sodalizio rossoblù: 'Gara 5 scudetto? C'erano 400 tarantini: non potevamo deluderli'
DI ALESSIO PETRALLA
E’ stata una delle beniamine dei tifosi del Cras Basket Taranto, che ha contribuito alla vittoria del primo storico scudetto con la Pool Comense, l’ex guardia Simona Tassara che, a Tutto Sport Taranto racconta quegli anni meravigliosi: “Arrivai a Taranto dopo due stagioni di serie B perché non avevo più tanta voglia di giocare: lo facevo per divertimento e allo stesso tempo lavoravo. La mia prima stagione in riva allo Ionio è stata quella 2002-03 precisamente quella della conquista del primo storico scudetto. Poi, passai, per una campionato alla Reyer Venezia, per poi tornare dal 2004 al 2006 in rossoblù. Era emozionante anche solo fare allenamento: trovai due americane straordinarie e Nieves Anula che è una grande amica. Inoltre, vedere sempre tanti tifosi durante gli allenamenti era incredibile: ti davano grandissime motivazioni anche prima di una seduta aiutandoti a superare la distanza da casa e dalla famiglia”.
IL GRUPPO: “Partendo da quello dei tifosi, ricordo che facevano un gran tifo ed erano sempre presenti in trasferta con striscioni: erano incredibili. Con le ragazze, in campo, eravamo un gran gruppo: tutte volevamo raggiungere qualcosa d’importante. Ricordo che all’Open Day a Como eravamo considerate delle incognite ma noi eravamo andate li per rompere le scatole a tutte”.
LO SCUDETTO: “Nella stagione 2002-03 ho vissuto delle emozioni irripetibili: eravamo un gruppo fantastico e venivamo da un mese meraviglioso in cui avevamo superato quarti e semifinali e vinto la coppa Italia. Perdemmo gara 1 giocando con paura con la Pool Comense che voleva vincere il tricolore a tutti i costi. Poi, ci parlammo subito dicendoci che se le lombarde devono vincere lo scudetto devono sudarselo. Così giocammo una bella serie arrivando a gara 5 che disputammo in trasferta. Ad un certo punto di quella partita eravamo sotto e ci stavamo innervosendo: ad un tratto le nostre avversarie iniziarono a perdere palloni fondamentali e noi ci iniziammo a galvanizzare. Volevamo mangiarci tutto e dare una gioia a quei 400 tifosi accorsi in pullman da Taranto. Era come giocare in casa e non potevamo deluderli”.
MOMENTI SIGNIFICATIVI: “Più che alcuni canestri ricordo due palle fondamentali rubate a Chicca Macchi nella finalissima scudetto: ancora le ricorda. Queste valgono più di un canestro anche perché, per me, l’importante era che vinceva la squadra”.
I COACH: “Molino ha scommesso in me chiamandomi dalla serie B: devo dire che ha vinto lui. Ha creduto tanto nelle mie potenzialità facendomi giocare, tra l’altro, subito, all’esordio con la Pool Comense ben diciotto minuti. Credevo in ciò che mi diceva e gli ho sempre cercato di garantire più del 100%. Con Aldo Corno c’era poca chiarezza nel rapporto e quindi ho pensato più alla squadra e a me stessa”.
RIMPIANTI: “Non ne ho anche perché è sempre meglio non averne. Se proprio devo trovare un pelo nell’uovo dico che è stato un peccato andare via l’anno dopo della vittoria dello scudetto. A Taranto sono stata benissimo e sono felicissima di aver fatto questa esperienza che mi ha dato tanto”.
MESSAGGIO: “Ai tifosi posso solo dire che sono meravigliosi. Grazie, grazie, grazie per tutto”.
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