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Taranto, la piazza: "Basta, portate i libri contabili in tribunale"

Di Rossana Sangineto

21.12.2024 17:46

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Il Taranto Football Club 1927, con il suo ultimo comunicato, ha scatenato l’indignazione definitiva di una piazza esasperata. La tifoseria non ha più dubbi: è arrivato il momento di portare i libri contabili in tribunale e di rassegnare il titolo sportivo, unico modo per chiudere con una gestione che ha ridotto il club in macerie.  

La stagione, già compromessa da difficoltà organizzative e sportive, ha raggiunto il punto di non ritorno. La trattativa con Apex Capital Global, presentata come un'ancora di salvezza, si è rivelata un fallimento: accordi non rispettati,  il socio di maggioranza Massimo Giove che ha dichiarato il suo disimpegno economico già da agosto ma che, oggi, parla di “soluzioni in fase di studio”. Ora il tempo è scaduto. La realtà è quella di una società in agonia, incapace di dare risposte a una città che chiede solo dignità.  

Domani, il Taranto affronterà il Giugliano in uno stadio Iacovone deserto. La partita a porte chiuse, simbolo anche del disinteresse nel trovare una struttura alternativa durante i lavori di ristrutturazione, è l’ennesima dimostrazione dell’isolamento di un club ormai lontano dalla sua gente.

Nel frattempo, pesa come un macigno la nota diramata dai calciatori tramite l'AIC. Stipendi non pagati, continui avvicendamenti nello staff tecnico e una gestione definita “approssimativa e inaccettabile” sono solo alcuni dei punti denunciati dai giocatori.
“Abbiamo concesso tutto il tempo necessario per salvare il club, ma la misura è colma”, si legge nella nota dei giocatori, che denunciano anche intimidazioni subite dal tecnico Michele Cazzaró e dalla sua famiglia. Nonostante tutto, la squadra ha scelto di restare sul campo e onorare i colori rossoblù, ma non nasconde il peso insostenibile di una gestione che viola i diritti fondamentali e ignora qualsiasi pianificazione tecnica o organizzativa.  

A rendere il clima ancora più surreale ci sono le dichiarazioni di Rodolfo De Molfetta, presidente dell’APS Taras, che continua a parlare di una società nel “limbo” e di tifosi costretti a diventare “esperti di finanza e transazioni internazionali”. Ma, di fatto, la Taras – restando spettatore della trattativa tra Giove e Campbell – non riesce a offrire risposte concrete, alimentando ulteriormente la confusione e la frustrazione.

La tifoseria, però, ha perso la pazienza. Per i sostenitori rossoblù, non c'è più spazio per rinvii o ambiguità: servono scelte drastiche e trasparenti per chiudere questa pagina buia. Portare i libri contabili in tribunale non è visto come una resa, ma come un atto necessario per iniziare una rifondazione che restituisca dignità e futuro al Taranto.

Domani, mentre il silenzio dello Iacovone accompagnerà una partita ormai ritenuta praticamente secondaria, la piazza continuerà a chiedere un gesto di responsabilità per salvare la storia e l'onore del club. Il tempo delle parole è finito: ora servono fatti.

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