LA “MILANO-TARANTO” RACCHIUSA IN UN LIBRO
Una sfida dal sapore antico per impavidi piloti consumata nella prima metà del secolo scorso. Questa era la “Milano-Taranto”: competizione per motociclisti coraggiosi pronti a cimentarsi in un tragitto lungo, pieno d'insidie e soprattutto senza soste. Matteo Schinaia, cronista e giornalista tarantino, e Ivan Scelsa, scrittore, hanno racchiuso la storia della competizione in un libro dal titolo: “Milano-Taranto: Una leggenda di macchine, chilometri e arditi piloti”. La presentazione dell'opera si è tenuta sabato mattina nella splendida cornice del Palazzo Pantaleo nella Città vecchia di Taranto alla presenza dei due giovani autori e di Gionatan Scasciamacchia, già assessore allo Sport del Comune di Taranto e fresco d'invenstitura all'Ass.to Attività produttive e sviluppo. A condurci per mano nelle pieghe del libro è Ivan Scelsa: “La competizione nasce nel 1919 con il Regno d'Italia e in origine il percorso prevedeva la partenza da Milano e l'arrivo a Napoli. Solo nel 1937 la gara comprende “l'allungamento” a Taranto. Nel ventennio fascista, Benito Mussolini comprende la valenza della compezione e la utilizza come mezzo di propaganda al regime denominandola Coppa Mussolini. La manifestazione si sviluppa fino al 1956, anno nel quale si disputa l'ultima edizione. Infatti nel 1957 la Milano-Taranto non verrà disputata a seguito dei fatti luttuosi avvenuti nella Mille Miglia, altra competizione storica. Perchè arditi piloti? Il coraggio era conclamato in considerazione del fatto che la gara partiva dalla mezzanotte dall'Idroscalo di Milano per terminare il giorno seguente con l'arrivo a Taranto senza soste e attraversando percorsi tortuosi. Un aspetto da sottolineare era la benevolenza della gente che spesso attendeva il piloti lungo il percoso, magari illuminandolo con dei tizzoni o delle lampade improvvisate e supportando in ogni modo questi coraggiosi sportivi”. L'opera è corredata di suggestive immagini storiche, di sicuro il lavoro è adatto alla fruizione dei “nostalgici” ma anche di tutti gli appassionati di motociclismo. Non è stato facile reperire il materiale storico, a riguardo Matteo Schinaia sottolinea: “E' stato particolarmente difficile. Sono stati dieci mesi intensi di lavoro nel corso dei quali io e Ivan abbiamo incontrato tanti personaggi straordinari che hanno partecipato a questa corsa. Alcuni si sono resi molto disponibili, altri meno ma in questi casi sono cose che possono succedere in avvenimenti del genere. Insomma bisogna sempre mettere in conto qualche intoppo. Vorrei comunque sottolineare la bellezza delle immagini di una Taranto festosa che all'arrivo della prima edizione del '37 raccoglieva 20-30 mila spettatori, tra l'altro molti giungevano da fuori. Sale il rammarico e la rabbia nel vedere non valorizzata come meriterebbe l'attuale rievocazione strorica che si svolge da oltre vent'anni, magari potrebbe rappresentare un volano per il turismo. Tornando agli “arditi piloti”, loro rappresentano degli esempi per molti giovani che si mostrano forti davanti ai propri pc e non riescono a emergere attraverso i valori che contraddistinguevano questi piloti. Nel libro c'è il tracciato di una Taranto e di un pilota che non ci sono più. Una volta tu eri il pilota e il meccanico della tua moto in un connubio perfetto”. Non resta che immergerci nel passato e salire con l'immaginazione in sella alla moto (armati dei “ferri del mestiere”)...buona lettura.
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