Il 2016 del Taranto secondo me. Tra gioie, dolori, errori ed elogi...
a cura di Matteo Schinaia
Il 2016 del Taranto si è concluso con una pesante, meritata e, purtroppo preventivabile sconfitta - per via delle assenze - contro il Cosenza, che fa male più per le dimensioni (per trovare l'ultimo 0-3 casalingo bisogna tornare al 9 settembre del 2012, c'era Napoli in panchina e una squadra appena formata in D dopo il cocente fallimento), che per la classifica, nonostante si vada al "riposo lungo" in zona play-out, ma con una sola lunghezza dalla zona franca.
Sono stati dodici mesi di alti e bassi, con un ottovolante di emozioni per i tifosi rossoblu che sono partiti con le promesse mai mantenute di Campilongo, hanno toccato con mano il recupero in classifica di Cazzarò fino al secondo posto finale e hanno festeggiato il 4 agosto con il tanto agognato ritorno nei professionisti attraverso il ripescaggio. Poi, quattro mesi difficili in Lega Pro, con tanti errori commessi che sono costati punti preziosi in ottica salvezza.
E' vero, lo spumante a mezzanotte avrà un sapore meno buono, ma questo 2016 va comunque considerato un anno molto importante per il Taranto. Un investimento corposo, quello di Zelatore e Bongiovanni, lasciati soli da una classe imprenditoriale probabilmente inconscia delle possibilità che un pallone che rotola può dare alla città bimare, ha ridato una giusta dimensione ad una realtà che nell'ultimo ventennio ha visto le soddisfazioni contate sulle dita di una sola mano (e neanche).
Parlavamo di errori. Si, perché ne sono stati fatti. Le difficoltà di partire dopo gli altri per via del ripescaggio rappresentano un alibi assolutamente da considerare (tutte le ripescate del girone C, ad eccezione del ricco Fondi, navigano in acque non sicure), ma non possono giustificare 19 punti in 21 gare e un quint'ultimo posto.
In estate è un mancato un vero direttore sportivo: Dellisanti, allenatore di indiscusso valore, ha ricoperto questo ruolo (o di "direttore tecnico", poco cambia) ed ha fatto quello che ha potuto, coadiuvato da Papagni, e il risultato è stato quello di costruire una squadra con evidenti lacune.
In primis, in zona gol: gli scores dei precedenti anni lasciavano presagire che Balistreri e Magnaghi non avrebbero vinto la classifica capocannonieri. I due centravanti, spalleggiati dai bravi Viola e Bollino, hanno realizzato insieme due reti: una miseria. Persone con i capelli bianchi e che vivono il calcio da molto più tempo di me, direbbero "in Lega Pro, se hai quello che la butta in porta hai risolto metà dei tuoi problemi".
In difesa, poi, i continui acciacchi di Stendardo e Altobello hanno reso fragile quello che era considerato il reparto più forte: contro il Cosenza, Maurantonio aveva davanti, come coppia di centrali difensivi due diciottenni: De Salve e Russo. Un record per la storia del Taranto, un motivo di vanto per il suo settore giovanile, ma anche un invito a nozze per centravanti scafati come Gambino e Baclet. Andava, pertanto, rimpolpato in estate il numero di difensori, considerato che, oltre al capitano Pambianchi (ieri forse ingenuo: andare sotto 1-0 in casa al 19' in 11 vs 11 non è un dramma, in 10 vs 11 è un suicidio), davanti al portiere barese si sono alternati Balzano e Nigro che difensori proprio non sono.
Il centrocampo necessita, invece, di un playmaker: in quel ruolo, hanno giocato, con alterne fortune, Losicco, Bobb e Pirrone. Quest'ultimo, poi, oggetto misterioso dopo la presentazione "last minute e top secret" di inizio stagione insieme all'iberico Garcia, che dopo un inizio convincente è caduto nel dimenticatoio.
La mia palma del "migliore" va senza dubbio a Paolucci: un ventenne in grande evoluzione e che potrebbe fare una grande carriera.
Un acquisto di spessore di reparto, questa la richiesta di De Gennaro ieri in conferenza stampa, potrebbe però non essere sufficente. E poi, per fare mercato, bisogna piazzare prima gli "over" in rosa, altra impresa non facilissima.
Capitolo allenatori: l'esonero di Papagni ha lasciato molti dubbi, l'arrivo dell'inesperto Prosperi li ha alimentati, l'"affiancamento" di De Gennaro, con un curriculum non propriamente "da Taranto" ha scatenato un vero e proprio focolaio di perplessità.
La realtà dei fatti dice che il Taranto delle prime giornate, con Papagni in panchina, ha giocato un calcio tutt'altro che spettacolare ma era lontano dalla zona calda, quello di Prosperi è sicuramente più bello da vedere ma, con questi interpreti, ha prodotto pochissimi punti e l'ingresso nelle sabbie mobili. Il giovane tecnico rossoblu, finita la proroga, è stato affiancato da Pantaleo De Gennaro: il risultato è che, dall'esterno, si ha la percezione di un po' di confusione. Magari mi sbaglio, ma su una cosa sono certo, senza entrare nell'aspetto meramente tecnico: ieri, nei momenti di maggiore difficoltà del match, i due allenatori erano seduti in panchina. Uno per indole, l'altro per costrizione. Ma comunque seduti in panchina e a volte la "garra" viene trasmessa anche dalle indicazioni del tecnico.
I due saranno confermati: sarà per loro che Roselli e il neo arrivato, l'esperto De Poli, proveranno a migliorare una squadra che a volte sembra senza una precisa identità.
Che c'era da soffrire, cari tifosi, lo sapevamo già. Così tanto, probabilmente, non lo pensava nessuno. Tant'è. La Lega Pro però è un bene così prezioso che va difeso con qualsiasi mezzo, con le unghia e con i denti. Con l'aiuto di tutti. E, finché non si concretizzeranno delle trattative già in essere per il passaggio di consegne, è necessario sostenere la presidenza, con il duo Zelatore - Bongiovanni che probabilmente ha commesso un unico errore: affidarsi a mani sbagliate o comunque inadatte. A loro, comunque, va detto un sincero "grazie" perché finora ci hanno messo faccia e soldi. Cosa che a Taranto non si vedeva da tanto.
Questo è il tempo delle riflessioni, il tempo di sorridere arriverà: basta crederci e remare nell'unica direzione possibile: quella del mantenimento della categoria.
Adesso più di prima... forza Taranto!
Buon 2017 a tutti i lettori di TuttoSportTaranto.com, con l'augurio di potervi raccontare un'annata piena di soddisfazioni per le nostre società sportive.
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