LE SFORTUNATE AVVENTURE DI ALESSANDRO LEOPIZZI
La penna "amarcord" di Cataldo Simonetti oggi scrive del primo portiere dell' 'era Blasi': quel Leopizzi che da giovanissimo era considerato l'erede naturale di Gianluca Pagliuca
Nessun reparto si senta al sicuro. Anche nell' apparentemente inviolabile settore dei numeri uno rossoblù, il fenomeno 'meteore' è sovente riscontrabile. Come nel caso di un giovane portiere di origini salentine, tale Alessandro Leopizzi, da giovanissimo considerato l' erede naturale del vice-campione del mondo di Usa 94, Gianluca Pagliuca, ma tuttora finito nel dimenticatoio. Nato ad Alezio nel 1980, il giovane Alessandro esordisce a soli 15 anni in C1 con la casacca del Casarano, allora rispettabile compagine di terza serie. L' anno successivo - stagione 1996-97 - racimola altri due gettoni di presenza, pochi quantitativamente, ma qualitativamente sufficienti a impressionare l' Udinese del patron Pozzo, esperta nel reperire talenti misconosciuti da ogni parte del globo, Salento compreso. Così, nell' estate del '97, dopo aver sancito il matrimonio con i friulani mettendo nero su bianco in seguito ad un accordo economicamente conveniente per la sua squadra d' origine - 200 milioni netti ai rossoblù salentini -, Leopizzi si aggrega ai bianconeri di Zaccheroni, avendo così modo di testare in allenamento le incornate di Bierhoff e le bordate di Sosa. Con un estremo del calibro di Turci tra i pali e una storica Coppa Uefa da disputare, il destino imminente per il portierino giunto dalla terra del 'negramaro' sembra essere la formazione Primavera; ma a sorpresa la dirigenza bianconera, senza dover acquistare un numero 12, lo inserisce in prima squadra. Decisione che gli frutta diverse panchine in A e numerose convocazioni con la nazionale under-18, nonchè una con l' under 21 di Rossano Giampaglia. Ma dopo appena 7 mesi,sorgono i primi problemi: iniziano, infatti, le acredini con la società che si oppone con vigore al fidanzamento del talentino con una donna trentenne. Un atteggiamento maldigerito da Leopizzi che, qualche tempo dopo, decide di cambiare aria emigrando in Inghilterra: dopo un provino fallito con il Nottingham Forest, il Southampton decide di tesserarlo per un' intera stagione, senza però dargli la possibilità di esordire in Premier League. Poi il rientro in Italia, dapprima alla Spal - solo quattro presenze in altrettanti campionati di C - e, successivamente, al Nardò, dove può finalmente giocare con continuità dopo anni di stucchevoli panchine. Nel gennaio 2005, sulla scorta del buon rendimento in D con i neretini, Gigi Blasi, da alcune settimane al timone del Taranto, gli affida il numero uno, spalleggiato dall' altro salentino doc, Negro. Per strada, nei bar e nelle trasmissioni Tv si parla di questo semisconosciuto 25enne a cui viene affidata la grossa responsabilità di difendere la porta rossoblù già precedentemente imbottita di reti in virtù dei noti e arcinoti problemi societari e tecnici. La prima, in casa della Pro Vasto il 9 gennaio, non è male, così come la seguente contro la Juve Stabia, malgrado un' immeritata sconfitta di misura. Ma le 12 reti subite nelle successive 7 gare - da attribuire anche a una difesa ballerina oltre che a un tandem di allenatori messi lì a casaccio - e diverse sconfitte rocambolesche, come a Ragusa, inducono la proprietà a compiere un 'repulisti' all' interno della squadra, dalla guida tecnica a numerosi calciatori, tra cui lo stesso Leopizzi, al quale viene preferito Signorile, già utilizzato nella prima parte di stagione. Pian piano, tra una panca e l' altra, l' estremo di Alezio finisce dritto in tribuna. Con la chiusura dell' esperienza tarantina è ormai palese che per l' ex stellina dell' Udinese le porte del calcio professionistico iniziano a chiudersi; in tal senso, Gallipoli prima e Juve Stabia poi - due presenze in tutto - sono le ultime tappe della sua sfortunata avventura nel calcio che conta. Qualora voleste alcune info su di lui, non rivolgetevi ai soliti almanacchi nostalgici e ingialliti dal tempo, ma semplicemente ai quotidiani locali: è il portiere titolare del Casarano, in Eccellenza.
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