La storia di Taranto

LA STORIA DI TARANTO / 28a PUNTATA - LA 2a GUERRA MONDIALE, I PARTE (IL BOMBARDAMENTO DEL '40)

14.08.2013 16:04

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La prima parte dell'ultimo appuntamento de "La Storia di Taranto" di TST

La scelta mussoliniana - nonchè di innumerevoli interventisti- di abbracciare la folle causa di Hitler segnerà il destino del governo fascista. A cagione di questa stretta di mano mortale, sancita dall'entrata in guerra dell'Italia, i consensi verso il Duce scemeranno vertiginosamente, malgrado i 18 anni di ordine e prosperità.

Corre l'anno 1940 e Taranto è trasformata in breve tempo in un ricovero di navi, in virtù dell'efficienza della sua base navale, benchè priva di un adeguato sistema difensivo. Una scelta a dir poco scellerata quella di radunare nelle acque tarantine un folto numero di unità, rendendo inspiegabilmente la zona un sensibile obiettivo per gli attacchi aerei. Ed è così che nel novembre dello stesso anno, senza che vi sia necessità di effettuare un'accurata fase di studio, gli inglesi danno il via ai bombardamenti in quella che è denominata 'Operazione Judgement' (ossia 'giudizio').

E' la notte tra l'11 e il 12 novembre e la città, a seguito della pioggia di bengala provocata dal primo di una serie di Swordfish (una sorta di siluranti), è illuminata a giorno al fine d'individuare gli obiettivi; da lì i britannici si scatenano, sganciando missili a volontà. Sarebbe tedioso narrare la cronaca di questa nottata, minuto per minuto. Basterà fare menzione del disastroso bliancio: distrutta del tutto una nave -la Cavour- ,seriamente danneggiate tre corazzate, oltre a diverse unità, 58 morti (di cui due inglesi) e ben 581 feriti. Per non enumerare i numerosi danni subiti da strutture civili, compresi edifici abitativi: alcune palazzine del Borgo sono ridotte ad un cumulo di macerie. A tal proposito, la popolazione, terrorizzata dallo spietato attacco dei mangiapudding d'Oltremanica, uscita dai rifugi sparsi quà e là, si riversa per le strade adiacenti al Lungomare per assistere all'orrifico spettacolo, tra urla, lamenti strazianti ed occhi sbarrati dinnanzi a cotanta disumanità. Ma le conseguenze si rivelano ben più gravi. Un lungo periodo di ristrettezze ed una dolorosa diaspora diramatasi in più direzioni (tanti tarantini trovano ospitalità nei comuni limitrofi, benchè talvolta i maltrattamenti nei loro confronti non manchino), offrono in questo momento di Taranto un'immagine a tinte fosche, laddove miseria e rabbia prendono il sopravvento.


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