LIBRI, “IN RITARDO SU TUTTO”: OPERA PRIMA DI GIANLUCA PESIRI
Un salto nel passato dentro un' ipotetica macchina del tempo dagli anni 70' fino ai nostri giorni. Un lavoro autobiografico e aneddotico ma allo stesso tempo leggera e scanzonata. Questo è “In Ritardo su Tutto”, opera prima dello scrittore tarantino Gianluca Pesiri che, nel corso della presentazione del libro (svoltasi mercoledì scorso alla Libreria Ubik di Taranto), ci spiega: “Il titolo nasce dal capire certe dinamiche della vita in ritardo. E' un po' come avere in mano il biglietto obbliterato e vedere il tuo treno che è ormai partito dal binario”. La narrazione in prima persona rende scorrevole la lettura come ci sottolinea simpaticamente l'autore: “Non potevo certo scrivere un mattone come opera prima”. Il lavoro è destinato a catalizzare l'attenzione di chi ha superato gli “anta” in quella Taranto senza cellulari, pay tv e altre diavolerie; dove era in uso l'espressione “Ci vediamo in piazza”, luogo d'aggregazione per eccellenza. E ancora tanta passione tra i gruppi musicali dell'epoca The Cure , U2e Bruce Springsteen, oltre ai modi di apparire dell'epoca dal dark alla new wave. Immancabili e gustose le esperienze di vita con il “gentil sesso” di un “non macho” e poi ancora viaggi all'estero, il percorso univeritario da fuorisede e quello lavorativo in un luogo (la banca) mai davvero amato, perchè anche Pesiri, come diceva Venditti, non si è salvato. Malgrado tutto lo scrittore tranquillizza: “Ho parlato bene di tutti. Ho dimenticato e omesso personaggi e esperienze negative. Noterete comunque che anche un fatto drammatico come una rapina può fare sorridere”. Non solo, però, soave leggerezza nell'opera ma anche momenti toccanti come il ricordo del padre (noto magistrato tarantino scomparso qualche anno fa), autentica “musa ispiratirce” di uno scritto “aggregante” perchè i veri protagonisti: “siete voi” afferma Pesiri. E qui la leva commerciale è palpabile per chi ha incrociato la vita dell'autore e sicuramente freme dalla curiosità di specchiarsi tra le pieghe della narrazione, malgrado i nomi volutamente distorti. E se magari ci fermassimo per un solo istante a riflettere sulle nostre esistenze, forse scopriremmo che anche noi “Siamo in ritardo su tutto”.
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