Basket Femminile

UNDER 17 F, TORNEO "CITTA' DI TARANTO": L'ANALISI DI TONI CAPPUCCIO

23.06.2014 19:41

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Si è concluso ieri il quadrangolare di basket femminile U17 nel mitico PalaMazzola.

La Spagna ha vinto la classifica con 3 vittorie su 3 e l'Italia con 3 sconfitte su 3.

Al 2° posto, una buona Ungheria con 4 punti e al 3° l'Australia con 2 punti.

Un'interessante passerella di prim'ordine tecnico delle giovani promesse del basket internazionale. L'Italgiovane ha comunque rischiato di vincere, almeno, una gara contro le magiare, soccombendo solo negli ultimi minuti, dimostrando di poter competere con le più forti nel prossimo mondiale in Repubblica Ceca dal 28 al 6 luglio p.v..

I risultati della 3^ ed ultima giornata: Spagna-Australia 73-58; Italia-Ungheria 56-60.  

Il premio di miglior giocatrice è stato assegnato alla spagnola Maite Cazorla.

Non né finita perchè spagnole ed italiane si alleneranno ancora con un'amichevole, domani, nella grande palestra dell'Istituto Pacinotti.

Si sono spente le luci e la festa è finita, dunque? Sì la festa è finita per chi ha voluto onorare, con la sua presenza, questa bella ed interessante kermesse di giovani di belle speranze.

Quanti erano sugli spalti del PalaMazzola nella 3 giorni? POCHI, tremendamente POCHI!!

Taranto ed i suoi presunti appassionati della palla a spicchi non hanno fatto una bella figura!!

Non lo manda, certo, a dire il presidente della FIP regionale, Margaret Gonnella, visibilmente dispiaciuta, da noi avvicinata al termine della bella manifestazione:

“sono molto dispiaciuta della mancata partecipazione dei tifosi tarantini ed anche delle formazioni giovanili, locali e regionali. Noi avevamo invitato tutti perchè credevamo di offrire un panorama interessante e di prim'ordine della pallacanestro giovanile internazionale. Tutti sapevano di questa manifestazione, perchè l'abbiamo propagandata sul sito istituzionale e con mail a tutte le società.

Pensavamo e speravamo che il mito del Cras, ancora fresco, avrebbe fatto da forte richiamo ed invece niente, il nostro appello è rimasto inascoltato. Data la concomitanza con i mondiali di calcio e l'inizio della bella stagione non pensavamo di vedere il pienone ma certamente una buona e calorosa partecipazione. Quando gioca l'Italia, in qualsiasi disciplina sportiva crediamo di “scuotere” la passione nazionale. Sarebbe stata per tutti un'occasione propizia per ammirare i “prodotti giovanili” di nazioni che sono all'avanguardia.”

Come spiega questa mancanza di attenzione e partecipazione?

“Ora, a caldo, non me la spiego perchè non riesco a capirne i motivi. Per la nostra nazionale abbiamo scelto apposta l'orario delle 19,39 per evitare calcio e calura. Forse una rappresentativa giovanile non tira molto? Non credo! A chi ama veramente il basket, secondo me, deve interessare di più proprio questa leva giovanile per uno sguardo ad un futuro speranzoso. Oltretutto siamo riusciti ad ottenere la partecipazione di formazioni forti e di tutto rispetto del panorama mondiale, la Spagna che gioca in maniera divina, la stessa Ungheria, la novità australiana e le nostre migliori promesse italiane. Vi assicuro che non è stato affatto facile organizzare questa kermesse.

Abbiamo trovato facile ed entusiastico appoggio nel Comune di Taranto e nel Cus Jonico, sempre disponibile ed ottimo organizzatore di grandi eventi come quello del 26 prossimo con la nazionale sperimentale maschile. Come non ricordare quello, fantastico, sulla portaerei Cavour.

Un evento unico in Europa, un grande preludio ai festeggiamenti dei suoi 40 anni di vita sportiva.”

Veniamo agli aspetti meramente tecnico-organizzativi che sono quelli di sua competenza come presidente della federbasket regionale. Circa due anni fa lei ebbe uno “scambio di opinioni” (eufemismo) con il presidente del Cras, Lillo Basile, circa la strutturazione dei vivai, in particolare. Quell'opinione è ancora valida o deve essere aggiornata?

“quella presunta polemica era dettata dal fatto che, da presidente federale, esprimevo la necessità che, prima di tutto, le società non debbano sparire, sic et simpliciter ma che, in situazioni di disagiata economia possano ridimensionare i loro propositi di abbandono continuando l'attività di vertice, anche in tono minore, curando, investendo e salvaguardando il settore giovanile.

Ora, a luglio prossimo non sappiamo chi riuscirà ad iscriversi al campionato e chi sopravviverà.

Sto raccomandando a tutti i dirigenti di avere pazienza, nell'attuale situazione economica, di fare il passo non più lungo della gamba rendendoci conto dei nostri attuali limiti. Quando poi, speriamo, la situazione migliorerà con nuove potenzialità economiche e risorse umane si potrà fare di più.

Quando parlo di risorse umane, mi riferisco ai dirigenti di società che sono i primi ad accusare i risvolti negativi di questa situazione socio-economica.”

Pensare poi ad un intervento salvifico ed economico delle Istituzioni misembra un'utopia.

“Scordiamoci di questo. Le Istituzioni civili non possono e non potranno sostenere, dal punto di vista economico, almeno direttamente, le società sportive, perchè i problemi che loro hanno sono gli stessi che noi abbiamo in ambito societario. Perciò insisto nell'invitare le società a puntare le risorse, pur residue, alla cura del vivaio in modo da avere, anche in tempi non biblici, giovani in grado di ben figurare in prima squadra, salvaguardando talenti e portafogli”.

Magari gettandoli nella mischia anche a 17/18 anni, senza aspettare la maturazione tardiva. Coloro che affermano che è bene che i giovani vadano in panchina ad “annusare il parquet”, mi permetto di dire che sono fuori strada perchè “il cane annusa” ma l'essere umano ha bisogno di muovere gambe e cervello per maturare prima.

Buon basket a tutti.


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