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LA TARANTINA FRANCESCA PELLEGRINO VINCE IL "CERTAMEN POETICUM APOLLINARE 2014 - I EDIZIONE"

04.02.2014 14:49

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Biografia

Francesca Pellegrino nasce il 5 novembre del 1974 a Taranto, dove tuttora vive, scrive e lavora.


 

Nell’aprile del 2006, entra a fare parte del wikismo (wikipoesia), curato da Andrea Galli e Carlo Trotta, dove pubblica “La felicità è una piccola cosa” (vol. 2 della wiki poesia) e partecipa come co-curatrice del vol. 3 “Le solitudini di Aradollo”.

E’ finalista nel 2006 per la seconda edizione del premio letterario IoScrivo di Giulio Perrone Editore.

È autrice selezionata per la collana promozionale “Donne in poesia” curata e promossa da Elisa Davoglio nel 2008, con l’Enunciato.

Nel 2009 è finalista alla sesta edizione del Premio Turoldo.

Pubblica “Dimentico sempre di dare l’acqua ai sogni” (editrice Kimerik) e “Niente di personale”, il n° 16 della Collana Samizdat per la Biblioteca Clandestina Errabonda.

E’ presente su riviste letterarie, quali “La Clessidra” di Joker Editore e “La Mosca di Milano” di  La Vita Felice.

 E’ presente su riviste letterarie internazionali, quali “Journal of Italian Translation” , “Gradiva”  di New York e  altre, con una selezione di testi di Dimentico sempre di dare l’acqua ai sogni, tradotti da Emanuele di Pasquale.

Nel 2010 pubblica "CHERNOBYLOVE - il giorno dopo il vento" (editrice Kimerik) e inaugura la videoproiezione “Natura morta live” (Galleria di Arte Contemporanea Co.61), con la fotografia di Paola Aloisio.

Nel 2011, inaugura la mostra di poesia “Sezioni” (Galleria di Arte Contemporanea Co.61).         

Nel 2012, inaugura la mostra di poesia visiva “HOMbrE” – acrilico su tela per mano di Piero Vinci Artista.

Nel Gennaio 2014, è risultata vincitrice del premio nazionale “Certamen Poeticum Apollinare 2014 - I Edizione”, organizzato dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, con il suo libro “CHERNOBYLOVE - il giorno dopo il vento".

Il concorso “Certamen Poeticum Apollinare 2014 - I Edizione” è organizzato dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma

 

Il concorso:

LAUREA POETICA APOLLINARIS 2014 E PRIMA EDIZIONE DEL CERTAMEN PER I GIOVANI

In occasione della edizione 2014 della Laurea Poetica Apollinaris che verrà conferita giovedì 20 marzo 2014 (vigilia della Giornata Internazionale della Poesia) dall’Università Pontificia Salesiana [UPS] ad un poeta o poetessa italiani scelto/a insindacabilmente da un’apposita Giuria (il nominativo della persona Laureata sarà annunciato il 31 gennaio 2014), la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’UPS, in occasione delle celebrazioni del suo XXV anniversario, istituisce la prima edizione del Certamen Poeticum Apollinare, Premio di poesia in lingua italiana che, abbinato alla Laurea Poetica Apollinaris come sorta di “filo rosso” della vocazione alla poesia e della responsabilità e consegna che essa comporta alle nuove generazioni, intende promuovere la poesia dei giovani e per i giovani.

All’iniziativa collabora l’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, e sono stati richiesti i Patrocini dell’Unesco e del Senato della Repubblica.

Il Certamen Poeticum Apollinare consta di due sezioni: - Opera poetica edita; - Poesia inedita.

 

 

La motivazione della giuria:

Gentile Autrice, le inviamo le motivazioni addotte dalle Giuria del Concorso e maggiori informazioni inerenti la premiazione.

VINCITRICE: FRANCESCA PELLEGRINO, Chernobylove. Il giorno dopo il vento, Casa Editrice Kimerik, Patti, 2010.

La raccolta di Francesca Pellegrino, per svariati motivi si pone come interessante testimone della ricerca della poesia attuale e del ruolo che essa assolve all'interno delle sfide del linguaggio contemporanee. Siamo infatti immersi in un'epoca che mai in modo così dirompente travaglia gli abissi delle coscienze trafitte dall'emergenza della crisi, che si impone come un dato globale, antropologico, ecologico, sociale, mediatico. E per questo di marcatura tanto drammaticamente esistenziale.

Nella poesia della Pellegrino si delinea questo fondale crudo, non edulcorato da sentimentalismi a buon mercato che spesso inquinano i sentieri della parola, per varcare una soglia di forte intensità compositiva, che si traduce in un verso libero ardito, sperimentale, tagliente e allo stesso tempo urlante la verità della ricerca, la necessità di una narrazione che nel prosaico nebuloso della quotidianità diventi l'occasione del canto, della forza della parola che appella, che pro-voca, che denuncia il male-essere. Si tratta di una poesia che distilla potentemente ambienti esterni e interni dell'anima tipicamente femminile, e che ben si impasta nei crepuscoli del post-moderno, non per indulgere automaticamente ad una tentazione di notturno senza ritorno, quanto piuttosto per rieducare il proprio orizzonte esistenziale ad un esercizio di sano realismo, e perciò di cura delle latitudini della solitudine, della indifferenza, della mancanza di senso dell'uomo e della donna del terzo millennio.

Si evince una ricerca pertanto interessante sul piano delle risoluzioni stilistiche, che attraverso usi arditi della punteggiatura, delle parentesi, della cancellatura dei versi che restano e non restano contemporaneamente nella struttura del componimento, si fanno motivi di riflessione mai deresponsabilizzante da parte del lettore.

Il lettore non è rassicurato, dunque, non è dereattivizzato, ma sempre pro-vocato dal testo ad una ruminatio forte, aspra, che non può by-passarsi con la velocità tipica della fruizione mediatica attuale.

La poesia di Francesca Pellegrino assolve allora a quell'orizzonte archetipo del logos dei poeti di ogni tempo, che è l'attivazione delle domande serie, radicali, a cui l'Autrice non concede risoluzioni a buon mercato, ma un travaglio interessante di esistenza e di parola, così a rischio oggi di quell'autenticità che è la condizione stessa della ricerca umana e del suo viaggio verso una destinazione non sempre numinosa, ma necessaria per riempire di senso direzionale il viandante a rischio di erranza.

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