Prendiamo l'ultimo treno per la Lega Pro
La gara di Francavilla Fontana crocevia della stagione rossoblu: bisogna vincere per continuare a sperare nella promozione
Il Taranto è nella stazione della serie D da ormai quattro anni. Tanto, troppo tempo. Di treni ne sono passati diversi, in queste stagioni, ma a prenderli sono stati sempre gli altri: Ischia, Matera, Andria, perfino il Monopoli, che non aveva neanche il biglietto per salirci. Oggi, al Giovanni Paolo II, fermata di Francavilla Fontana, il Taranto ha l'obbligo di prendere quel treno. L'ultimo, probabilmente, in direzione Lega Pro.
Sette sono i punti che separano la Virtus, la capolista padrona di casa, ed i rossoblu. E' una conseguenza, quindi, che il Taranto abbia un solo risultato a disposizione per tornare in corsa per la vetta. Pareggiare lascerebbe le cose inalterate ma senza più la possibilità di accorciare in uno scontro diretto e con le altre (Francavilla in Sinni, Fondi e Nardò) che non starebbero lì a guardare.
Vincere. Per una città che da sempre si è specchiata nel calcio guardandosi meno bella di quanto dovrebbe, per una tifoseria, che, nonostante striscioni opinabili, resta sempre il valore aggiunto di questa squadra (i 350 "eletti" per Francavilla sono stati selezionati in un battito di ciglia), per una dirigenza, quella attuale, a cui davvero è difficile rimproverare qualcosa, se non errori tecnici effettuati in buona fede e che, ci auguriamo, non possano compromettere la rincorsa al professionismo, obiettivo marcato e rimarcato dal mese di agosto.
La squadra è concentrata, Campilongo voglioso di riscatto e di dimostrare di valere i soldi del suo stipendio. La vittoria contro il Bisceglie dei baby può aver ridato quella consapevolezza nei propri mezzi che a Fondi sembrava perduta. La Virtus è forte, ma non imbattibile. Le componenti, insomma, per una grande impresa ci sono tutte.
Ed allora, prendiamolo questo treno. Insieme. Una volta per tutte.
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