Insegnare danza a Taranto
di Emanuela D'Addario
“Imparare a camminare ti rende libero. Imparare a danzare ti dà la libertà più grande di tutte: esprimere con tutto il tuo essere la persona che sei”. Questo il pensiero di Melissa Hayden, prima ballerina del New York City Ballet, che identifica quest’arte come un potente mezzo di comunicazione, attraverso il quale i corpi possono esprimere la propria personalità influenzata dal contesto sociale in cui sono immersi.
In una città come Taranto, martoriata dalla più grande impresa siderurgica d’Italia, quanto può essere importante insegnare questa disciplina in continua diffusione? In una popolazione dove quotidianamente si combatte contro il male del secolo, la danza rappresenta un escamotage, una via di fuga da tutti i problemi che la vita ci pone davanti. Non solo, la danza è anche salute…e di salute ne abbiamo davvero bisogno! È, infatti, scientificamente provato che la danza apporta molti benefici sia fisici che psichici. Questa disciplina è un’ottima attività per soggetti affetti da patologie cardiovascolari, in quanto migliora la salute del cuore, la circolazione, la respirazione e la qualità di vita; è un ottimo antidoto all’obesità, aiuta a perdere peso e ad incrementare la forza fisica, mantenendo un buon tono muscolare e garantendo la giusta postura. Numerosi sono anche i vantaggi per la salute mentale. La danza favorisce il rilassamento, distrae dalle preoccupazioni, incrementa la socializzazione e consente di esprimere la propria personalità.
Insegnare danza risulta, pertanto, un’attività impegnativa, richiede preparazione, affinchè si possa impostare un’ottima tecnica, professionalità, per educare gli allievi ad una sana disciplina e passione, per tramandare l’amore per questa meravigliosa arte. Se poi ci si ritrova ad insegnare nella capitale della Magna Grecia, culla di poeti e numerosi artisti, una città che vanta grande cultura…diventa una sfida davvero emozionante.
La danza, infatti, ha origini molto antiche, risale alle prime civiltà, dove i primi passi venivano eseguiti ad imitazione della natura e degli animali. Con il trascorrere del tempo la danza divenne espressione di una società organizzata ed evoluta, proprio in Grecia rappresentava la vita ed i desideri del popolo, la perfezione e la bellezza del corpo. L’arte dei movimenti delle mani generò la danza dei gesti, che rappresentavano la realtà accompagnando i movimenti con la musica. Il mimo (dal verbo mimèomai, <<imitare>>), indicava le imitazioni dei suoni e dei rumori della natura. Ogni movimento della mano assumeva un significato; nacque, così, dal mimo, la pantomima, che esprimeva emozioni e sentimenti che oggi ritroviamo nel balletto classico. Il mimo fu poi diffuso da compagnie di attori e si perfezionò nel tempo, fino a diventare danza.
Insegnare danza a Taranto non è, quindi, semplice come possa sembrare, bisogna portare alto il nome di una città che in passato si è contraddistinta per la sua arte.
Non mi resta che concludere con una citazione della scrittrice statunitense Vicki Baum, che in pochissime parole è riuscita a racchiudere l’immensa essenza della danza…”Ci sono scorciatoie per la felicità, e la danza è una di queste.”
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