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Casa Euro, parla Ingrosso: "Bello investire nel basket"

Le dichiarazioni del 'main sponsor' del sodalizio cestistico tarantino

12.11.2015 14:27

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Umberto Ingrosso, da quanti anni ti sei innamorato del basket e del Cus Jonico?

“Sono tre anni che seguo la squadra. Inizialmente mi ha fatto avvicinare l'amicizia con alcuni dirigenti, in particolare, i Conversano. Poi, una volta “catturato” mi sono anche appassionato a questo sport. Insomma mi hanno stregato, per non dire che “mi hanno fregato” (sorride, ndr).

Andando sul profondo della riflessione, cosa ti ha ancora ammaliato di questo sport rispetto ad altri?

“Ho potuto constatare che è uno sport che ti prende molto. E' veloce nel suo gioco e, quindi, ti appassiona perchè il risultato, spesso, è sempre in bilico fino al fischio di chiusura. Ti fa scaricare molta adrenalina, insomma. Prima, ho sempre seguito il calcio che, però, ammetto ha frequenti cali di tensione e di lentezza di movimenti di gioco, rispetto al basket, dove, invece, i cinque che si alternano sul parquet sono tutti coinvolti con la stessa intensità, per cui le emozioni sono forti, anche di chi guarda la partita. In più, riconosco che è un ambiente pulito, uno sport sano dove si può partecipare con un buon tasso di genuinità di comportamenti. E' bello vedere tanti ragazzini che fanno il tifo per la propria squadra senza offendere mai gli avversari. Un comportamento davvero educativo e non molto frequente nel calcio, purtroppo”.

Bisogna, però, constatare che, nonostante quest'acclarato buon senso sportivo che tutti invocano, gli spalti del PalaMazzola non sono così frequentati come al tempo dei fasti del mitico Cras. La domanda, quindi, sorge spontanea: cosa occorre fare per riempirli questi spalti, nonostante la società pratichi prezzi davvero da saldi e non commisurati alla valenza di un campionato di B?

“Noi, io come main sponsor e la società, ce la stiamo mettendo tutta. Con l'ultimo acquisto del pivot, Salvatore Orlando, il roster si è arricchito di un buon elemento che va a coprire la casella che mancava, sotto canestro. Riavvolgendo il nastro del Cras, ricordo che anche nei primordi fu lo stesso, più o meno. Poi dal limbo della serie C alla A, fu tutto un crescendo rossiniano di passione e di appassionati. Con il Cus dobbiamo lavorare allo stesso modo, con pazienza e lungimiranza. Come si sa, servono le vittorie per conquistare la prima pagina. Al momento non sono molte ma bisogna considerare che il nostro bravo coach Giovanni Putignano ha preso in mano la squadra a poco meno di due settimane dall'inizio del campionato, dopo l'abbandono da parte di Dante Calabria, per cui ha bisogno ancora di un po' di tempo per amalgamare i ragazzi ai suoi schemi. Non bisogna nascondere che il girone del Cus è molto più competitivo della stagione scorsa, annoverando squadre che vantano un lignaggio davvero ragguardevole.”

Mi sembra di notare che, al momento, non ha preso ancora corpo la buona abitudine dell'anno scorso di “esporre” la squadra, in particolare, nelle scuole che, si sa, sono le incubatrici principali del basket. Insomma, non sembra opportuno andare verso il corpo ed il cuore della città per svegliarne i soliti torpori?

“Non abbiamo abbandonato affatto questo tipo di “educazione al basket” fuori dal parquet.

Ce l'abbiamo nell'agenda di lavoro, insieme al presidente Cosenza, ai suoi dirigenti, giocatori ed allenatore. In questo periodo, però, abbiamo dovuto pensare di più all'allestimento della squadra, per consentire al coach di lavorare con intensità alla migliore chimica di squadra. Non appena riusciremo ad ottenere migliori risultati sul campo, potremo andare a sollecitare migliore e maggiore visibilità all'esterno. Ne sono sicuro. Non bisogna dimenticare, però, che sono proprio le scuole che ci forniscono adepti, come sempre. Ne sono felice testimonianza i circa 400/500 ragazzi

di tutte le età che la lodevole consorella Virtus fa crescere e bene. Essi, secondo me, sono il migliore biglietto da visita che si possa presentare ai giovani”.

Come fanno quelli del Cus Jonico Casa Euro a far fronte finanziariamente ai numerosi impegni che quest'intensità attività comporta, tenendo presente anche quello, forse più oneroso, della gestione di un palazzetto come il PalaMazzola? Con riferimento a ciò che dovrebbe e potrebbe fare l'istituzione locale è sempre presente.

“Bella domanda, mai troppo scontata! Io con la mia Casa Euro Immobiliare ed i solerti e bravi dirigenti facciamo già tanto, costretti comunque a centellinare le risorse per non farci trovare scoperti. Naturalmente sarebbero ben accetti altri compartecipi al progetto, per cui non servono soldoni ma tanti buoni soldini che messi insieme ci farebbero stare più sereni e tranquilli. Le Istituzioni? Purtroppo non ci aspettiamo molto da esse, sia perchè le loro casse piangono “eternamente” e sia perchè, non mi sembra che abbiano dato dimostrazione di grande entusiasmo e sostegno. Quando il Cras ha chiuso i battenti, c'è stata solo indifferenza. Eppure, quella società aveva saputo aggregare un gran numero di appassionati che la seguiva dappertutto. Un vero e proprio felice e, genuinamente sportivo, fenomeno sociale”.

Non posso che condividere appieno questa riflessione, ancorché amara. Ribadisco il concetto, ancora una volta: gli amministratori dovrebbero capire, una buona volta, che incentivando e sostenendo questi fenomeni sportivi dei privati, essi potrebbero essere i veri “ammortizzatori sociali della città”.

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