Il silenzio di Giove e l'urlo della città: le domande che non ti ho fatto
Di Rossana Sangineto
Taranto vive per il calcio, per i colori più belli del mondo, per quella maglia che racconta la storia dell'intera città.
Ma, oggi, la passione di un popolo si sta consumando nel silenzio, nelle ombre di una gestione societaria sempre più lontana, distaccata, e sempre meno comprensibile. Al centro di tutto, come ormai è chiaro anche ai più "filo-societari", c’è lui, Massimo Giove, il presidente rinchiuso in una fortezza impenetrabile, lasciando la città a interrogarsi sul futuro del club.
Il malcontento cresce di partita in partita, di sconfitta in sconfitta. E i risultati sportivi sono solo una parte residuale della storia. A preoccupare realmente, a far sentire i tifosi traditi, è la mancanza di chiarezza, la totale assenza, nel breve termine, di un progetto che dia speranza.
La Fondazione Taras, socio di minoranza del F.C. Taranto 1927, negli ultimi giorni ha promesso battaglia, garantendo che metterà in campo tutte le azioni possibili al fine di mettere pressione ad un presidente che ha interrotto ogni comunicazione.
Il silenzio che ferisce.
Il presidente Giove è totalmente scomparso dai radar, lontano dalla sua squadra e da una città che chiede, almeno, di sapere cosa sta accadendo. La domanda che molti vorrebbero fargli è semplice e diretta: Perché questo silenzio, presidente? Cosa sta succedendo? Ogni sconfitta pesa, ma ciò che pesa di più è la consapevolezza che chi guida la società non vuole e non sa affrontare la crisi a viso aperto. E questo, per Taranto, è inaccettabile.
La Fondazione Taras e il dialogo mancato
La Fondazione Taras, socio di minoranza, che costituisce, tra le altre cose, un organo di garanzia e controllo, ignora, in maniera particolarmente preoccupata e preoccupante, quale sia la reale condizione dei conti della società. Perché? Perché non dialogare con chi rappresenta una parte fondamentale del club? La Fondazione è il legame tra la società e la piazza, tra la dirigenza e chi vive il Taranto con il cuore, eppure viene tenuta totalmente fuori. Cosa c’è dietro questa distanza? Una città intera vorrebbe saperlo.
Le finanze del club: la grande incognita
È la questione economica, infatti, a rappresentare il più importante interrogativo. Taranto è stanca di vivere nell’incertezza. I tifosi chiedono di conoscere lo stato reale delle casse societarie. Il presidente Giove, ad oggi, è il carceriere di un sogno, un sogno in cui la tifoseria merita di ricominciare a credere. Qual è la situazione finanziaria del club? Taranto merita chiarezza, merita di sapere quanto a lungo durerà quest'agonia e se, nostro malgrado, ci aspetta la scure del fallimento.
Il caso Lucchesi e la gestione tecnica
Fabrizio Lucchesi, il direttore generale, è da tempo al centro delle critiche. I risultati non arrivano perché la squadra, semplicemente, non esiste. E la domanda che tutti si pongono è a quale futuro roseo facesse riferimento. E, inoltre, quando parla di momento giusto per vendere, si riferisce a una semplice ipotesi o sono in corso trattative per la cessione?
La tifoseria si aspetta risposte chiare. Il tempo degli alibi è finito, e ogni ulteriore silenzio non farà che acuire la distanza tra il Taranto e la sua gente.
Il disimpegno: cosa significa?
Da qualche tempo il presidente Giove ha parlato di disimpegno. Ma cosa significa, esattamente, "disimpegno"? Perché, se non si è pronti a cedere la società, se non ci sono trattative per un passaggio di proprietà, questo disimpegno appare come un limbo a tempo indeterminato, impossibile da sopportare. Quanto tempo pensa ancora di tenere il Taranto e la città in ostaggio dei suoi capricci?Se Giove non vuole più essere parte di questo progetto, come ha dichiarato esplicitamente, perché non libera il Taranto da questa prigione? Taranto non può più aspettare, sospesa tra promesse non mantenute e un futuro che ci porta dritti verso un punto di non ritorno.
Il legame con la tifoseria: una ferita sanguinante
Tra la società e la tifoseria è ormai guerra aperta. Lo stadio semivuoto, le critiche sempre più accese. Anche Paola Raisi Iacovone, moglie del grande Erasmo Iacovone, negli scorsi giorni ha espresso dissenso verso la gestione della società e vicinanza assoluta alla tifoseria.
È una ferita profonda per chiunque ami questi colori. Il presidente è consapevole di quanto dolore stia provocando? Questo non è solo un atto di accusa, ma il riflesso di un sentimento diffuso: la sensazione che Giove abbia perso totalmente il contatto con la realtà, non solo con la tifoseria.
Un futuro per il Taranto
Alla fine, la domanda più grande resta sempre la stessa: Qual è il futuro del Taranto?
La città ha bisogno di poter credere che ci sia una strada tracciata, una visione di lungo periodo che possa riportare il Taranto dove merita.
Queste sono le domande che non ti ho fatto, Massimo Giove. Ma, presidente, hai il dovere di rispondere. Hai il dovere di affrontare le critiche, di guardare in faccia la città e i tifosi che non hanno mai smesso di amare il Taranto, nonostante tutto. Il silenzio non può durare per sempre. Il Taranto ha bisogno di chiarezza, di trasparenza, di verità.
Il tempo dei capricci e delle promesse non mantenute è finito. La città aspetta, e non può più essere tenuta in ostaggio da una gestione incapace di offrire un futuro.
Massimo Giove, davvero, è arrivato il momento di cedere il passo a chi ha la forza e la volontà di farlo.
Taranto, e il Taranto, meritano di più. Molto, molto di più.
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