STORIA DEI GIOCHI NATALIZI TARANTINI
di Aldo Simonetti
Dopo un abbondante cenone o in occasione di una serata casalinga tra amici, l'aspetto ludico è senza dubbio una componente imprescindibile nell'ambito delle festività natalizie 'made in Taranto'. La tombola e i giochi con le carte, benchè lungi dall'essere passatempi articolati, rappresentano tuttavia elementi di forte aggregazione, tanto da coinvolgere persino i cosiddetti 'atei', in realtà sempre più propensi a credere nella validità questa festa universale. Ma come e quando nascono i giochi sopra menzionati? La risposta è presto data. La tombola altro non è che la variante meridionale del 'bingo' (noto e diffuso in tutto il mondo), sebbene nasca da una costola del gioco del lotto, già in auge nella prima metà del XVIII secolo in tutto il Regno di Napoli. Carlo III, amante dei sollazzi e della bella vita, lo istituisce intorno agli anni '30 del Settecento, provocando le ire dei cattolici più intransigenti. Con l'intento di mettere a tacere questi dissensi che ne minano il potere, il Re delibera il veto del gioco in prossimità del Natale. Cosa che non va affatto a genio a buona parte del popolo che, per quanto costoso e fuorviante sotto certi aspetti, decide di dedicarvisi clandestinamente anche nel periodo delle festività, sebbene con mezzi e metodi rudimentali, come ad esempio un piccolo paniere entro cui far roteare le palline recanti i diversi numeri. Nasce così la tombola, il cui utilizzo, a partire dalla capitale, s'irradia in tutto il Mezzogiorno -Taranto compresa- per divenire nel giro di breve tempo intrattenimento tipico del periodo natalizio.
Talora emozionanti e spassosi, i giochi con le carte vanno senza dubbio per la maggiore. Ma non è di certo nostro proposito elencarne le numerose varianti. Cerchiamo piuttosto di scoprire la storia che si cela dietro quelle figure rappresentate ed apparentemente prive di significato. Anzitutto, appare pacifico che le suddette siano state importate dagli Arabi dapprima in Spagna e, a seguito della dominazione iberica della Penisola, a queste latitudini. Quanto al simbolismo, benchè taluni, appassionati di tarocchi e divinazioni, intravedano in esse dei segni arcani, la storia parla chiaro: quelle napoletane sono carte di origine spagnola (quindi introdotte intorno al Seicento, nel pieno del dominio iberico nel Sud). Ne è testimonianza il cavaliere di spade -ossia il 'nove'-, ritratto con un cappello dalla strana foggia ed una scimitarra (simboli rievocanti i costumi arabo-ispanici), nonchè quello di bastoni in virtù, ancora una volta, dell'abbigliamento.
Non è nota la ragione per cui anche a Natale le carte la facciano da padrona. Verrebbe tuttavia da pensare che 'olim', data l'assenza di videogiochi, 'karaoke' ed altre diavolerie contemporanee, uno dei pochi mezzi in uso per divertirsi e trascorrere in compagnia le feste fossero proprio queste carte. Tradizione, fortunatamente, perpetratasi sino ai nostri giorni.
Commenti