Fuori dal Campo

Ecosistema Taranto alla Biennale di Venezia. Melucci, 'A Taranto abbiamo realizzato un laboratorio del coraggio'

23.09.2021 12:38

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“Ecosistema Taranto" alla Biennale di Venezia, Melucci: «A Taranto abbiamo realizzato un laboratorio del coraggio»

«A Taranto abbiamo realizzato un “laboratorio del coraggio”: abbiamo abbattuto la barriera psicologica che ci ha impedito per decenni di esprimere idee nuove, e ora siamo in grado di andare verso direzioni inesplorate».

È così che il sindaco Rinaldo Melucci ha descritto la rivoluzione urbanistica e sociale in atto nella città, intervistato dal direttore editoriale di Domus Walter Mariotti durante il talk “Così rinasce la Città dei due mari”, tenuto nel Padiglione Italia de La Biennale di Venezia. La mostra internazionale di architettura ospiterà fino al 26 settembre un progetto espositivo dedicato al piano di transizione varato dall’amministrazione Melucci, “Ecosistema Taranto”, arricchito dal confronto che ha visto protagonista il primo cittadino, l’assessore alla Cultura della Regione Puglia Massimo Bray e il sociologo Domenico De Masi.

«Dovevamo scrollarci di dosso un modello di sviluppo eterodiretto – le parole del sindaco Melucci –, dovevamo programmare interventi e progetti mai programmati, ma prima ancora dovevamo trovare il coraggio di farlo, per non essere solo un laboratorio di idee e buone prassi su come superare tutti gli errori che avevamo commesso nel ‘900. A Taranto sta accadendo questo, e probabilmente il nostro esempio è ciò di cui la nazione intera ha bisogno: avere coraggio di scardinare politiche che non riescono a sintonizzarsi con la transizione in atto».

Taranto, dopo 28 secoli di storia legata al mare, ai commerci, alla cultura, si è chiusa per un cinquantennio nell’anfratto di un modello di sviluppo eterodiretto, che non apparteneva alla città. «Avevamo bisogno di un modello nuovo – ha spiegato Melucci –, avevamo bisogno di “Ecosistema Taranto”, un piano legato agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e scandito da test di resilienza come i prossimi Giochi del Mediterraneo del 2026, o la Biennale del Mediterraneo presentata recentemente. Questo piano arriva dal basso, dal lavoro di partecipazione fatto con i cittadini, con i professionisti dell’Urban Transition Center, con la Regione Puglia che ringraziamo per aver creduto in noi. Ci siamo detti che era finito il tempo delle lamentele e che potevamo già presentare i primi frutti di questo lavoro, come stiamo facendo a Venezia».

Un grande e organico piano di transizione, quindi, che ha meritato anche l’attenzione dell’Europa attraverso le risorse dedicate del Just Transition Fund. «Che non potranno essere impiegate – ha aggiunto il sindaco – per il banale revamping tecnico di un’industria, quella siderurgica, che rischia di non essere più competitiva. L’industria non è una cosa cattiva, ma va resa compatibile con il territorio con il mercato: serve coraggio anche in questa direzione, perché ciò che possiamo raggiungere si trova al di là delle nostre paure».

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