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Taranto FC 1927 o "Giovese"? Il solco tra i tifosi e il club rossoblù

di Rossana Sangineto

09.09.2024 11:28

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C'è un’aria pesante che aleggia attorno al Taranto FC 1927. 
Per molti tifosi, questa squadra non è più quella che rappresenta la città e i suoi colori. Un malcontento sempre più evidente che trova il suo epicentro nel presidente Massimo Giove, ormai considerato da tutta la tifoseria come l'artefice di una gestione che ha fatto perdere al club la propria anima. Non a caso, il termine "Giovese" è diventato il marchio d’infamia che tanti supporter affibbiano alla squadra: un nomignolo che suona come una sentenza senza appello, più amara che ironica.

Sui social, nei bar, per strada, il malumore dei tifosi ribolle come una pentola a pressione sul punto di esplodere. Le pagine ufficiali della società e i gruppi dei tifosi sono invasi da commenti avvelenati, critiche feroci, e accuse dirette al presidente che, nonostante le tante voci ufficiose di imprenditori interessati all'acquisizione del club che si sono susseguite nelle scorse settimane, non sembra avere alcuna intenzione di cedere. 

“Questa squadra non è il nostro Taranto! È la Giovese!”, gridano a gran voce i tifosi disillusi, sentendo su di loro il peso di una gestione considerata sempre più distante e incomprensibile.

Il Taranto non è più la squadra da tifare con il cuore in mano. Anzi, è diventato il simbolo di una frattura insanabile tra chi ancora sogna un riscatto e chi invece non riesce più a trovare motivi per sostenere i colori rossoblù. 

Ogni sconfitta, ogni passo falso, alimenta l’astio e il distacco. “Via Giove! Giovexit! Ridateci il nostro Taranto!”, è il coro che risuona come un martello tra i supporter più delusi, quelli che non si piegano a quello che considerano un declino inarrestabile. Il mantra che unisce questa corposa parte della tifoseria è uno solo: "Liberate il Taranto".

Eppure, nonostante le sue dimissioni annunciate, Massimo Giove non sembra intenzionato a lasciare il comando. Come un bambino capriccioso che non vuole mollare il suo giocattolo rotto, continua a tenere stretto il possesso della squadra, ignorando il coro crescente di voci che chiedono un cambiamento. 

La spaccatura è ormai evidente, e mentre la "Giovese" continua a calcare il campo, una parte della tifoseria si allontana sempre di più, intrappolata in un presente che sembra senza speranza e un futuro che, giorno dopo giorno, appare sempre più buio.

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