LEGA PRO GIR. C: fine anno da primatiste per Matera, Lecce e Juve Stabia. Il Taranto ricade nei play out
a cura di Maria Grassi
Nessun brindisi di festeggiamento per il Taranto che chiude il suddetto anno agonistico con una pesante sconfitta tra le mura amiche dello stadio “Erasmo Iacovone” contro il Cosenza. La formazione di De Angelis condanna i rossoblù al secondo scivolone consecutivo, costretti a trascorrere questa pausa nella zona play out e con il pensiero costante di dover ripartire con un incentivo in più per poter raggiungere l’obiettivo salvezza. Il match per i ragazzi di Prosperi ha avuto inizio con un greve deficit giunto al 20’ a causa dell’espulsione di Pambianchi il quale ha forzato i propri compagni ad affrontare la rivale in dieci uomini per 70’, trovandosi già in sfavore con la realizzazione del penalty da parte degli ospiti. Nonostante ciò i calabresi non si sono sottratti nel creare gioco e nell’essere pericolosi, a differenza dei tarantini i quali hanno effettuato scarse incursioni nell’area avversaria, ricavando un tris che li rilancia direttamente in zona play off.
La Paganese arresta la marcia della capolista Matera, indotta a dividere la vetta con Lecce e Juve Stabia fino a nuovo ordine. Nella trasferta disputata al “Torre” di Pagani, l’undici di Auteri è apparso alquanto affaticato e in difficoltà nel difendere il momentaneo vantaggio annullato in seguito ad un infelice errore dell’estremo difensore che ha portato al pari degli azzurrostellati. Centra nuovamente il successo il Lecce fuori casa e questa volta lo fa sul terreno “Esseneto” dell’Akragas che ha saputo tener testa ad un nemico dalla portata superiore. I locali hanno avuto la possibilità di riequilibrare la partita, sbloccata al 58’ dai giallorossi, con un calcio di rigore tirato alto sulla traversa a cui è seguito il definitivo ko con la doppietta dei leccesi. La Juve Stabia si rivela ancora un gruppo solido e maturo sorpassando il Melfi a cui va il merito di aver aggredito comunque i gialloblù. Una rete al principio di ogni tempo ha permesso alle vespe di mettere le carte in regola sebbene il tentativo invano dei gialloverdi di riaprire la sfida.
Sente il profumo del vertice il Foggia che grazie al netto 3-0 conquistato allo “Zaccheria” sul Siracusa si pone a -2 dalle dirette antagoniste. Non bisogna farsi ingannare però dal verdetto perché nell’incontro i rossoneri hanno sofferto sottolineando sempre le solite amnesie su cui devono lavorare durante questo stop per poter competere ai piani alti. Pari a reti inviolate tra Catanzaro e Virtus Francavilla che si frazionano la posta in palio muovendo di poco la classifica nelle due situazione opposte in cui si trovano. Entrambe le troupe hanno cercato di vincere dando vita ad uno spettacolo energico e carico di episodi che non hanno portato l’effetto sperato. Termina sullo 0-0 anche lo scontro diretto tra Catania e Fidelis Andria che preservano la propria posizione a metà classifica. Riscatto rinviato per i rossazzurri che, dopo la recente disfatta, sprecano nuovamente un’altra chance per appropriarsi dei tre punti generata dai troppo errori e dalla poca precisione sottoporta che ha condotto anche ad un tiro maldestro su calcio di rigore intercettato dal portiere biancoazzurro.
Passo importante del Fondi che al “Purificato” stende una Vibonese in profonda crisi. È stato sufficiente un solo gol alla formazione di Pochesci per poter dominare il resto del match dinanzi ai rossoblù cedevoli e non in grado di reagire. Grande vittoria della Casertana sul campo del Monopoli che si vede agganciare dai falchetti nella competizione a quota 26. Una splendida performance da parte dei rossoblù, infiammati soprattutto nella ripresa, ha permesso il superamento dei biancoverdi nel finale di gara che vedeva le compagini ancora sul pari reso nullo con la complicità dell’autorete dei padroni di casa e il tris siglato da Corado nel recupero. Il derby salvezza tra Messina e Reggina si tinge di giallorosso e permette a quest’ultimi di oltrepassare Taranto e Akragas allontanandosi così dalla zona rossa. Tutto semplice per gli uomini di Lucarelli che chiudono la pratica con gli amaranto decisamente inguardabili, gravati da troppe insufficienze messe in atto nella prova combattuta.
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