FRANCAVILLA-TARANTO 2-2, LA SOLITA DIFESA
Una Francavilla predatore, Taranto preda nel primo tempo. Ruoli invertiti nella ripresa
Un pari salomonico, nulla da eccepire, ma peccato per quel vantaggio non sfruttato a dovere e quegli errori difensivi che costituiscono da tempo il 'file rouge' snervante di alcuni match di marca rossoblu.
L'inizio non è dei più promettenti. Tanta camomilla e poca birra. Da parte lucana, il serbo Aleksic (tante partite nella massima serie serba) è una continua spina nel fianco. Miale lo soffre e gli concede troppi spazi. Come al 28', quando trafigge Marani su di un marchiano errore del difensore tarantino. Che, ironia della sorte, subisce una decina di minuti più tardi, un poderoso colpo in pieno volto, che lo costringe poi ad abbandonare l'angusta arena (alla stregua di un Maracanà di Lilliput) del Fittipaldi. San Molinari dentro, Muwana dietro. I rossoblu, quasi allo scadere, ci provano con il puntero argentino: palo. Ritenta, sarai più fortunato.
Nella ripresa è tutta un'altra musica. Dal lento neomelodico al rock psichedelico. Il Taranto si fa più vispo. All' 8' Balistreri ammutolisce i tifosi locali: ben servito dall'ex laziale Vivacqua, mette alle spalle di Ricciardi. Il resto è una serie di batti e ribatti. A 5' dallo scadere, Molinari approfitta di un pisolino schiacciato dall'estremo di casa e timbra il vantaggio. Pensate sia finita qui? Vi sbagliate. Nemmeno il tempo di respirare, e l'italo-marocchino Sekkoum pesca un incredibile jolly da fuori area, quasi abbia la dinamite nel suo piede. Parità di conti e tutti a casa.
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