L'ex Juve e Nazionale Simona Sodini si racconta a Tutto Sport Taranto: 'La Juve? Mi sono sentita calciatrice'
DI ALESSIO PETRALLA
Due scudetti con le maglie di Milan e Juventus conditi da una Supercoppa italiana con i rossoneri per l’ex bandiera del Torino e della Nazionale italiana (con quella Under 20 una finale europea in curriculum) Simona Sodini, nata a Sassari nel 1982, che si racconta a Tutto Sport Taranto: “Com’è nata la mia passione per il calcio? Sicuramente è una passione innata, visto che gioco da sempre sin dall’età di tre anni a casa e poi con le squadre maschili del mio quartiere di Sassari. Una passione trasmessa da mio padre”.
-La Juventus, la Nazionale: cosa hanno rappresentato per te e che ricordi hai?
“Il giorno del mio arrivo in bianconero e’ stato bellissimo: non si può dimenticare. Da subito si è capito che la Juventus stava dando una svolta al calcio femminile; per la prima volta mi sentii finalmente calciatrice. La Nazionale italiana? E’ impossibile scordare “la prima volta “. In quella maggiore ho esordito all’età di 17 e mezzo: e’ stato il coronamento di un sogno. La prima chiamata e l’esordio furono con l’Islanda in occasione di una gara valevole per le qualificazioni mondiali. Quando mister Morace mi chiese di andarmi a scaldare avevo i brividi. Non lo dimenticherò mai”.
-E’ un buon momento per il calcio femminile. Cosa sta cambiando?
“E’ cambiato tanto sotto tanti punti di vista e questo non può che essere positivo. Grazie ai grandi club la nazionale ha fatto un salto di qualità arrivando più preparata e più organizzata alle varie competizioni come ad esempio lo scorso mondiale. Ora la nazionale italiana può giocarsela con tutte: solo qualche anno fa esisteva un notevole divario con molte altre nazionali”.
-Tante ragazze amano giocare a calcio o calcio a 5: qual è il tuo consiglio?
“Semplice devono essere sempre loro stesse cercando di vivere al meglio questa passione”.
-Dopo tante soddisfazioni sul campo cosa fa oggi Simona Sodini?
“Ho fondato una scuola di perfezionamento tecnico, una scuola calcio in cui si cura il dettaglio lavorando individualmente sul bambino o sulla bambina. Questa è aperta per ambo i sessi. Il mio obiettivo? Vorrei trasmettere ciò che più mi ha contraddistinto, vale a dire la tecnica e la personalità”.
-Ormai una realtà consolidata nel territorio nazionale, la Woman Grottaglie del Presidente Cataldo Abatematteo e del giovane allenatore Antonio Locorotondo che è stata capace di salvarsi nel campionato di serie A2 femminile. Un tuo pensiero…
“Non posso far altro che un grosso in bocca al lupo alle ragazze: se avrò modo sicuramente, qualche volta, verrò a trovarvi. Mi raccomando state sempre sul pezzo!!!! E complimenti per la salvezza…!!”.
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