La Fondazione Taras domanda: "Che fine ha fatto il campo B?"
Poche e semplici domande all’Amministrazione comunale
Quelli che parlano bene dicono che questo è il tempo della post-verità. Non l’era delle bugie, ma quella della confusione come strategia consapevole. L’obiettivo? Disorientare. Complicare la comprensione dei fatti per non mostrare a quale punto si sia attestato veramente un dibattito. Capita, così, che un assessore ripeta per anni lo stesso concetto, convincendosi che questo resti comunque valido, che non abbia una data di scadenza. Vogliamo dunque partire da una dichiarazione di Francesco Cosa, assessore alle politiche giovanili e allo sport del Comune di Taranto, del 31 luglio 2015: “Noi vogliamo rendere questa città un polo sportivo in ogni disciplina sia con la ristrutturazione del campo B dello Iacovone, per far si che possa essere teatro anche di altri eventi extracalcistici, che per ridare smalto al resto dell’impiantistica cittadina che riteniamo fondamentale in pompa magna. Quindi sotto questo aspetto, è giusto precisarlo, siamo molto consci di ciò che dobbiamo fare e di quanto abbiamo iscritto a bilancio” (tratto dal quotidiano Taranto BuonaSera).
Applausi.
Un anno e mezzo più tardi, però, ci domandiamo: è veramente cambiato qualcosa? Lo chiediamo garbatamente all’assessore Cosa: Taranto è diventata un polo sportivo in ogni disciplina? La città ha cambiato volto e noi non ce ne siamo accorti? “Servono tempo e risorse”, ci dirà. Noi siamo d’accordo. Allora restringiamo la domanda, così che sia più specifico il quesito: che ne è stato del campo B dello stadio Iacovone? Insieme ai numerosi impegni pubblici dell’assessore, possiamo solo registrare ostacoli, ritardi, progetti falliti e impedimenti, che ci riportano al nostro caro, abituale e cronico “nulla di fatto”. Ma riavvolgiamo per un momento il nastro.
È dal 2012 che la Fondazione Taras chiede all’Amministrazione comunale di voler considerare prioritaria la riqualificazione del campo B dello stadio Iacovone. Nel 2013, il supporters’ trust tarantino fece approntare a proprie spese un progetto tecnico di rifacimento dell’impianto che prevedeva la realizzazione di un campo di gioco in erba sintetica di ultima generazione, di un impianto di illuminazione a norma (omologabile per le dirette televisive) e di una tribuna laterale da 500 posti. Consegnammo il layout del progetto nelle mani di Gionatan Scasciamacchia, allora titolare dell’assessorato allo sport, che ci parve seriamente interessato a far procedere speditamente le pratiche. L’assessore s’impegnò a discutere il nostro progetto nelle sedi amministrative opportune e a renderlo perfino esecutivo, finanziando i lavori attraverso l’accesso al credito sportivo. Nel marzo 2014, apprendevamo con gioia che il nostro progetto per il campo B era stato inserito nel piano delle opere triennali del Comune di Taranto. Occorreva, a quel punto, presentare un progetto esecutivo, accompagnato dai calcoli compumetrici e dalle certificazioni previste per legge. Questo passaggio, fondamentale per l’approvazione della Giunta comunale e per l’accesso al credito sportivo, comportava costi e tempi che l’Amministrazione comunale riteneva di non poter sostenere in quel momento. Così, ancora in un clima di piena collaborazione con l’assessore Scasciamacchia, ci affidammo alla buona volontà dell’ingegner Martino Cecere, attuale membro del Direttivo della Fondazione Taras e rappresentante del supporters’ trust rossoblù nel consiglio d'amministrazione del Taranto Fc 1927, che ci offrì le sue preziose competenze in modo completamente gratuito. Nel maggio 2014, l’assessore Scasciamacchia ci affiancò nel sopralluogo presso un centro sportivo di Ruvo di Puglia, che aveva implementato un modernissimo terreno sintetico. A giugno, consegnammo il progetto esecutivo con alcune modifiche necessarie per consentire l’omologazione dell’impianto per i campionati di serie D e Primavera. In pochi giorni, nell’ambito di uno dei molti “rimpasti” della giunta Stefàno, l’assessore Scasciamacchia fu sostituito dall’attuale responsabile delle politiche giovanili e dello sport, Francesco Cosa. Questo avvicendamento ha segnato un radicale mutamento del corso degli eventi: il nuovo assessore decise infatti di cestinare il progetto preparato gratuitamente dalla Fondazione Taras, che improvvisamente diventava, a suo giudizio, incompleto e inutilizzabile; affidò incarico ai progettisti del Comune al fine di andare in gara con il cosiddetto appalto integrato; per finanziare l’opera proponeva di accedere a mutuo e non più al credito sportivo. Da questo momento, le relazioni col Comune di Taranto si interrompono. Nel 2016, la nuova legge sui lavori pubblici ha abrogato, di fatto, l’appalto integrato.
Gli impegni pubblici dell’assessore Cosa sul tema si sprecano. Il 9 gennaio 2016, dichiarava pubblicamente che in una delle ultime sedute della Giunta comunale del 2015 era stato “approvato il progetto definitivo del Campo B che prevede il rifacimento del terreno di gioco in erba sintetica di ultima generazione, l’impianto di illuminazione e la tribunetta per gli spettatori. Un intervento che ha previsto l’impegno della spesa di 780.000 euro che sono già disponibili in bilancio e aspettano solo di essere spesi”. L’assessore assicurava che a breve sarebbe stato “emesso il bando di gara che porterà alla scelta del soggetto che realizzerà i lavori e quindi passerà alla posa in opera di quello che diventerà il primo ed unico campo di calcio ad 11 in erba sintetica della città di Taranto” e che “finalmente i nostri giovani potranno usufruire di un impianto all’avanguardia evitando così di andare fuori città come accaduto negli ultimi anni, sottoponendo anche le relative famiglie e società sportive a numerosi sforzi”.
Il 15 giugno 2016, lo stesso assessore dichiarava a Blunote.it che “780.000 euro per il rifacimento del campo […] sono stati appena stanziati”.
Il 22 ottobre 2016 diceva infine che “In merito alla riqualificazione del Campo B in erba sintetica, con illuminazione notturna e tribunetta, mi sento di rasserenare l’intera cittadinanza dato che le somme pari a 780.000 euro sono blindate nel bilancio comunale e sono in corso le procedure per andare in gara. Anche se vi sono ritardi, legati al nuovo codice degli appalti che prevede di andare in gara con il progetto esecutivo e di acquisire preliminarmente il parere della Lega, è fuori da ogni dubbio che nel breve il campo B diventerà un impianto all’avanguardia evitando ai nostri giovani di andare fuori città come accaduto negli ultimi anni, sottoponendo anche le relative famiglie e società sportive a numerosi sforzi”.
Noi non ci sentiamo rasserenati, caro assessore. Per questo torniamo a domandare: che ne è stato del progetto di recupero del campo B? Che natura ha il nuovo progetto a cui lei fa riferimento? Quante risorse sono state destinate? Per quali campionati sarà omologato?
Sul sito web del Comune di Taranto, nella sezione delle gare in corso, la gara n. 117, relativa all’impianto dello Iacovone, non è consultabile. Da fonti attendibili, infatti, apprendiamo che non esiste alcuna gara e che, al momento, siamo nella fase dell’affidamento della progettazione, a cura dei professionisti incaricati dal Comune. Si prevedono, insomma, tempi ancora lunghi. O forse possiamo aspettarci un improvviso sprint pre-elettorale?
Chiediamo, caro assessore, impegni certi e parole chiare, ultime, definitive. Perché, di recente, confermando la sua personale simpatia per un movimento di semplici tifosi e cittadini che, da anni, sta dando tutto per il club del proprio cuore, lei ci ha definiti “detrattori”, dicendo che la città non ha bisogno di noi. Ci ha chiesto, inoltre, “di non travisare la realtà”.
Ebbene, noi crediamo di non travisare la realtà ponendole queste poche domande. Perché questa è la sola arma che abbiamo. A voi spettano i fatti. E se non saremo contenti, domanderemo ancora e ancora e ancora….
Aps Fondazione Taras
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