Buoni e Cattivi?
a cura di Fabrizio Izzo
La neo nata Super Lega ha frastornato mezza Europa, politici compresi, e tolto il sonno alla UEFA e alla FIFA, i gestori e padroni del calcio continentale e mondiale. Di buono c’è stato un quasi totale silenzio, sui social, di tutti gli esperti in COVID-19, virologi ed esperti in vaccini trasformatisi in paladini della giustizia in favore di uno sport, il calcio, che oramai da decenni non può più essere considerato totalmente tale. Si, certo, la Super Lega e’ figlia dell’industria calcistica, di quel settore dell’economia che viene ancora, con ipocrisia, definito sport. Il Calcio non e’ più solo sport, e’ una macchina da soldi che più consuma e più vuole essere rifornito di danaro. Tornare indietro non e’ possibile e tutti noi siamo, inconsciamente e involontariamente, responsabili di tutto questo dal momento in cui sono stati sottoscritti i primi abbonamenti con le Pay TV per poter vedere in diretta le gare dei Campionati Nazionali e le Coppa Europee. Chi fa il nostalgico mente spudoratamente, a tutti fa comodo avere, a portata di telecomando, le gare più belle e importanti delle competizioni continentali. Non sono certo io a dire se la nascita della Super Lega possa essere un beneficio o meno per il calcio, sicuramente e’ una forma di evoluzione (forse priva di equilibrio) ma il genere umano, per natura, si e’ sempre mostrato un po’ impermeabile verso i cambiamenti. Del resto i mutamenti hanno sempre portato a scontri in ogni dove e su ogni piano. In questi giorni e’ sembrato ci fossero dei cattivi, i 12 club scissionisti, e dei buoni, UEFA, FIFA e Federazioni Nazionali. Personalmente credo che non ci siano buoni e cattivi, le parti sono state mosse dall’avidità’: gli scissionisti per accaparrarsi introiti a prescindere dai meriti sportivi e le controparti per non perdere appeal e di conseguenza introiti garantiti (diritti TV, pubblicità ecc.) dalla presenza del gruppo d’elite del calcio europeo. Quindi sinceramente non vedo chi sia migliore dell’altro considerando il calcio uno sport a 360 gradi. Se invece iniziamo a concepire il calcio come una normale azienda che fa spettacolo e stampa soldi, bene allora tutto questo polverone rientra nella normalità. Il calcio sembra un cane che si morde la coda, debiti su debiti e una pandemia che lo ha messo alle corde ed ecco i risultati, una guerra che ha smosso le masse e avrebbe portato, paradossalmente, la gente in strada se non ci fosse stato un dietrofront generale delle 12 sorelle (perché questo e’ successo). Quello che non riesco a spiegarmi e’ il perché i governatori del calcio non siano stati in grado di trovare una forma di aiuto consistente nei confronti di tutti i club, non solo i secessionisti. Si e’pensato solo ad andare avanti pur sapendo che nelle casse dei club non sarebbe entrato, viste le restrizioni, il becco di un quattrino (Sponsor, pubblico e indotto). Credo che il calcio non muoia con la scomparsa, prima di nascere, della Super Lega ma non può nemmeno continuare così. Per un motivo o per un altro il calcio sembra destinato ad essere sempre più dei ricchi e dei più ricchi ancora, in Italia e all’estero. Il calcio e’ di tutti e deve essere per tutti. E mentre i grandi si dispongono sul campo di battaglia per azzannarsi a suon di leggi, protocolli ecc., il vero calcio rimasto, quello dei giovani e dei dilettanti, agonizza in un angolo senza che nessuno vi porga attenzione. E’ da qui che il calcio può morire, dalle fondamenta. Settori giovanile e società dilettanti soffocano ma nessuno ha capito che sono il serbatoio di un calcio che tra qualche anno sarà solo uno spettacolo itinerante e non più uno sport genuino per tutti. E’ da queste basi che bisogna ripartire ed evolversi con estremo equilibrio, riforme, nuove regole, umiltà e competenza dalle radici e l’albero crescerà sano e forte.
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