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Enzo Iacchetti a Taranto...”Chiede scusa al signor Gaber”

15.07.2014 16:59

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Una replica ben riuscita, proposta al Teatro all'aperto della Villa Peripato, dopo il successo della prima, andata in scena lo scorso 23 marzo al teatro Orfeo di Taranto: “Chiedo scusa al Sig. Gaber”, spettacolo riproposto nella serata di lunedì dall'attore-comico Enzo Iacchetti accompagnato dalla “sua” Witz Orchestra e dall'Orchesta Ico della Magna Grecia. Incontriamo l'artista, leggermente acciaccato ad una caviglia, a pochi minuti dall'inizio dello spettacolo: “E' una soddisfazione tornare – afferma Iacchetti – dopo così poco tempo. Evidentemente lo spettacolo era piaciuto. Adesso la situazione è diversa con più gente ad assistere. Questa rappresentazione in omaggio a Gaber è una cosa originale e bella: per chi l'ha già vista può essere un buon ritorno, invece per chi è alla prima vedrà uno spettacolo diverso dai soliti omaggi. Ho preso le cose di Gaber, le ho stracciate e ricomposte a modo mio. Lui di sicuro è il padrone della situazione però è Enzino che si è messo in gioco studiando i pezzi del primo Gaber degli anni sessanta”. Il comico lombardo spiega il titolo dello spettacolo: “Chiedere “scusa” è un po' una paraculata. Io e Giorgio eravampo molto amici, stasera ascolterete delle canzoni contaminate, ci sono altre 3-4 canzoni del nostro tempo e non del suo, spero che da lassù possa divertirsi, magari una strizzatina di orecchie me la darebbe ugualmente quindi per nascondermi chiedo scusa già nel titolo. Il lavoro musicale comunque è stato fatto con tanta perizia, adesso ci sono 40 persone che suonano questi arrangiamenti e credo che Gaber possa essere contento del nostro lavoro. Il teatro-canzone del Signor G? C'è tutto tranne i testi che ho scritto io che parlano della nostra attualità dunque c'è l'alternanza tra canzone e monologo. Un ricordo di Gaber? Tanti...soprattutto le nostre cene solitarie, io andavo a prenderlo a teatro, magari finiva esausto dopo 3 ore di concerto e lui mi chiedeva un parere sullo spettacolo e io mi vergognavo nel darglielo perchè per me era un grande. Io di contro gli chiedevo consigli sulla mia carriera. Gli aneddoti più belli sono le nostre telefonate durante le quali io gli prospettavo il mio desiderio di smettere con la televisione per intraprendere il suo percorso. Lui mi diceva di non fare sciocchezze perchè la trasmissione che conducevo (“Striscia la notizia” ndr) andava benissimo e mi invitava a non farne altre. Poi mi diceva che facevo bene a impegnarmi per tre mesi in televisione e nove in teatro”. Parole dolci vengono spese per l'Orchestra della Magna Grecia: “Credo che voi non dobbiate lasciarvi scappare un tesoro come questo. Ritengo che questo sia il settimo concerto che facciamo insieme. Forse per voi è normale avere un'orchestra in Città ma non è così: a Milano per esempio ce n'è una ma è di un privato. Bisogna continuare a sostenerla anche perchè non si limita solo al classico ma interviene artisticamente con personaggi come Iacchetti, Ruggeri e tanti altri. L'Orchestra della Magna Grecia probabilmente è più famosa al Nord. Questa istituzione sta funzionando oltre le più rosee aspettative”. Le battute finali riguardano la storica trasmissione “Striscia la notizia” condotta da un ventennio in coppia con Ezio Greggio, Iacchetti tra il serio e il faceto: “Non penso di essere il volto di Canale 5, lo è Belen. E' la trasmissione più famosa di Mediaset ma al momento non so ancora nulla. Dovremmo essere io e Greggio a condurre questo programma insieme perchè è sempre una rimpatriata, sembra di tornare lì dopo le vacanze scolastiche. Il segreto del successo di Striscia? Il pubblico che continua a seguirci con un ottimo riscontro dell'auditel. Questo ti da l'energia per rendere il programma più frizzante possibile”.

 

LO SPETTACOLO. Quasi due ore di musica, canzoni e sprazzi di cabaret con un ottimo feedback dalla platea (posti sold out) in puro stile treatro-canzone gaberiano. Iacchetti, accompagnato magistralmente dalla Witz Orchestra e dall'Orchesta Ico della Magna Grecia, alterna i pezzi del primo Gaber, quello degli anni sessanta, come “Trani a gogò”, “Il Riccardo” e “Com' è bella la città” a pillole di cabaret esilaranti che coinvolgono anche il pubblico in gustosi siparietti con l'artista. Le tematiche trattate sono quelle attuali dal social network al selfie fino a giungere a spaccati dell'Italia e ai luoghi comuni su e giù per lo Stivale da Milano a Taranto passando per Cervia. E poi “il gioco delle coppie” (Balotelli-Immobile, Pupo-Emanule Filiberto; Clooney-Canalis e altri) prese di mira e irrise senza peli sulla lingua. Ovviamente non manca il ricordo di Giorgio Gaber per introdurre i pezzi come “Benzina e Cerini”, la famosissima “Torpedo Blu”, “Il Cerruti Gino” (tratto da un episodio grottesco realmente accaduto) e “Porta Romana”. Compare anche la memoria di Enzo Jannacci prodromica a “Una Fetta di Limone”. Iacchetti parla anche di se stesso prima di “Barbera e Champagne” prima del gran finale da applausi scroscianti.


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