LA STORIA DEI QUARTIERI DI TARANTO / TRE CARRARE-BATTISTI, IL 'QUARTIERE-MUSEO'
Il termine ‘Tre Carrare’ deriva dalla presenza di tre ‘carraie’ (o strade rotabili) che univano Taranto ad altri comuni. Insomma, l’attuale quartiere è sito laddove un tempo sorgeva una triforcazione, costituente l’ unica rete stradale extraurbana degna di tale nome.
In età ellenistica (specie in quella tarda) e romana, la zona era parte integrante della necropoli. Ne è lampante testimonianza l’ipogeo funerario (oggi accessibile) rinvenuto nel 1968 in via Polibio, ribattezzato ‘Ipogeo Genoviva’. La scoperta, del tutto casuale -avvenuta in seguito a scavi condotti per costruirvi un edificio abitativo-, venne seguita da altre, non meno sensazionali. La più recente, una tomba –ossa incluse- del IV secolo a.C., riportata alla luce nel maggio del 2010 tra le vie Icco e Rintone.
E’ pacifico che per tutto il corso del Medioevo, nonché dell’Età Moderna (la cui periodizzazione comprende un arco temporale che va dal XV al XIX secolo), l’area altro non rappresenta che la campagna orientale della città, con campi e alberi di ulivo sparsi qua e là.
All’indomani del secondo conflitto mondiale, il Borgo si espande ad est, oltre quel limite urbano costituito dal rettilineo di via Leonida e, più in là, da caseggiati tuttora ubicati nelle vie Temenide e Capecelatro (questi ultimi eretti negli anni Trenta). Dal ’51 in poi si costruisce a ritmo crescente, tanto che nel ’60 il quartiere è portato pressochè a compimento. Un 'boom‘ edilizio senza precedenti, con conseguenti sperequazioni in barba a qualsivoglia piano regolatore (come quello del 1954), e un bel calcio nel sedere all’estetica. E non finisce qui: soltanto negli ultimi anni Sessanta, palazzoni precedentemente eretti in aree agricole non ancora raggiunte dall’urbanizzazione verranno accorpati al nuovo rione.
Il nome Battisti, poi, indica la congiunzione di Tre Carrare con l’arteria più lunga di Taranto, dedicata all’irredentista trentino, e annesse parallele e traverse.
Ma storia e urbanizzazione sono qui strettamente intrecciate. Tra le strade del quartiere riecheggia la memoria di personaggi del passato (antico o più recente) legati alla nostra città. Da quelli della classicità (Andronico, Rintone, Aristosseno, Pacuvio, Icco, Polibio e il nostro progenitore, Falanto), a quelli della Repubblica Partenopea (Capecelatro e Capotagliata) e della Marina Italiana (Masdea, Cugini, Messina, D’Alò Alfieri e Maturi).
E' possibile, per ultimo, tracciarne i confini: ad ovest con il Borgo (via Leonida), ad est con Solito Corvisea (via Orazio Flacco), a sud con il rione Italia-Montegranaro (lungo una linea immaginaria che attraversa via Japigia e via Calabria).
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