A Taranto contro i suicidi c’è “Securitas Mundi”
Il presidente dell’associazione “Securitas Mundi”, Dottor Alfredo Cerabino, racconta che «tra i cittadini che in questi mesi abbiamo aiutato ad affrontare una situazione di sovraindebitamento, ricordo quello di un tranquillo impiegato statale che, senza aver mai contratto debiti in tutta la sua vita, si è dovuto indebitare per curare il figlio affetto da un tumore, un persona per bene aggredito dalle finanziarie che gli chiedevano in tutti i modi di rientrare. Grazie alla Legge 3/2012 il suo incubo sta finendo e presto inizierà una nuova vita senza assilli e minacce».
Sono sempre più i privati cittadini, ovvero artigiani, agricoltori e commercianti, che, a causa di eventi eccezionali o di particolari situazioni di crisi economica, non riescono più a onorare i propri debiti, una situazione disperata che, nei casi più estremi, può spingere persino al suicidio.
Eppure esiste una via di uscita: la Legge 3/2012, la cosiddetta “Legge salva suicidi” emanata proprio per risolvere le crisi da sovraindebitamento, norma che dà la possibilità di pagare i debiti insoluti in base a un accordo stipulato con il creditore, siano essi privati, sia banche o Equitalia, un “piano di rientro” che tiene conto delle reali possibilità economiche e disponibilità patrimoniali del debitore.
A Taranto alcuni professionisti hanno dato vita all’associazione “Securitas Mundi” per aiutare i cittadini in difficoltà economica a utilizzare questo strumento; si tratta, in particolare, di Dottori Commercialisti che vantano una particolare esperienza in materia acquisita istruendo, con successo, numerose procedure, sia in qualità di Gestore della Crisi nominato dal Tribunale di Taranto, sia in qualità di Consulente incaricato da privati consumatori per la redazione della Proposta di Accordo da sottoporre al Gestore della Crisi per l’eventuale asseverazione.
Mediante professionisti iscritti presso l’albo del Ministero di Grazia e Giustizia, in questa attività “Securitas Mundi” si avvale solo ed esclusivamente delle opportunità offerte dalla Legge 3/2012, la cosiddetta “Legge salva suicidi”, senza far ricorso in nessun modo ad altre strutture che operano nel mondo del credito.
“Securitas Mundi” è stata presentata in una conferenza stampa (venerdì 22 settembre) alla quale hanno partecipato il presidente, Dottor Alfredo Cerabino, e alcuni dei professionisti che partecipano all’iniziativa.
«Finora “Securitas Mundi” – ha spiegato il presidente Alfredo Cerabino – ha operato collaborando con altre associazioni per fornire gratuitamente assistenza fiscale e legale a chi vive un disagio, ed oggi si presenta con questa sua iniziativa autonoma tesa a sostenere chi, per svariati motivi, in passato ha contratto troppi debiti e oggi ha difficoltà ad onorarli».
«Noi dell’associazione “Securitas Mundi” – ha poi detto Alfredo Cerabino – siamo a disposizione di tutti i cittadini per una consulenza, assolutamente gratuita, anche al fine di valutare la posizione debitoria e di assisterli nella eventuale predisposizione di un Piano del Consumatore o Proposta di Accordo».
Gli interessati possono contattare l’associazione Securitas Mundi presso gli uffici in via Mazzini n.39 a Taranto o al recapito telefonico tel. 099.7387192 o inviando una mail a [email protected].
Le disposizioni della “Legge salva suicidi” si rivolgono ai soggetti non fallibili, ovvero privati che non svolgono attività professionale o imprenditoriale (o che, pur svolgendole, hanno contratto debiti per motivi estranei ad esse) e ad enti e imprese che svolgono piccole attività commerciale e che quindi sono escluse dalla possibilità di ricorrere alla Legge Fallimentare.
Non possono usufruire della “Legge salva suicidi” i soggetti sottoposti a procedure concorsuali, coloro che abbiano usufruito della legge negli ultimi 5 anni o che, pur ammessi ai benefici, ne sono decaduti per insolvenza.
Il Dottor Alfredo Cerabino ha poi spiegato che «la legge 3/2012 prevede la possibilità di rivolgersi al Tribunale a seguito di una crisi da sovraindebitamento: in caso di situazione di effettiva difficoltà economica, accertata dal giudice e dall’esperto contabile, il debitore può proporre ai creditori, con l’ausilio degli organismi di composizione della crisi, un accordo di ristrutturazione dei debiti».
Questo avviene sulla base di un piano che assicuri il regolare pagamento dei creditori estranei all’accordo stesso: condizione affinché il piano di rientro venga avviato, infatti, è da sua accettazione da almeno il 60% dei creditori chirografari.
«Il piano prevede – continua Alfredo Cerabino – le scadenze e le modalità di pagamento dei creditori, suddivisi in classi, le eventuali garanzie rilasciate per l’adempimento dei debiti, le modalità per l’eventuale liquidazione dei beni; il piano, inoltre, può anche prevedere l’affidamento del patrimonio del debitore ad un fiduciario per la liquidazione, la custodia e la distribuzione del ricavato ai creditori».
«Per la redazione del piano di rientro – ha concluso il presidente della “Securitas Mundi” – il debitore è obbligato ex lege a fornire tutta la documentazione necessaria per la quantificazione del debito e mettere a disposizione i propri beni e patrimonio: la procedura prevista dalla Legge 3/2012 è complessa e richiede, per il professionista incaricato, la perfetta conoscenza della posizione debitoria di chi vuole accedervi».
In base alla Legge 3/2012 i creditori non riceveranno l’intera somma cui hanno diritto, ma solo la parte che realisticamente il debitore può permettersi di pagare.
Tra i creditori si possono annoverare anche le banche: se, a titolo esemplificativo, un privato ha contratto un mutuo di 100.000 euro che non riesce più a pagare a causa di un’effettiva difficoltà economica, egli può proporre all’istituto una riduzione della somma. Molto spesso alla banca, a causa della crisi del settore immobiliare, converrà raggiungere un accordo con il cittadino piuttosto che vendere l’immobile all’asta. Lo stesso discorso vale per Equitalia che, non potendo effettuare un pignoramento sulla prima casa, così riuscirebbe a rientrare in possesso almeno di una parte della somma.
Per quanto riguarda i fornitori, la legge salva-suicidi prevede delle agevolazioni fiscali in quanto questi percepiranno delle cifre inferiori rispetto a quelle pattuite precedentemente.
La “Legge salva suicidi” L. 3/2012 stabilisce tre diverse modalità di assolvimento dei propri doveri nei confronti dei creditori, ovvero:
- piano del consumatore: è il debitore, ovvero il privato cittadino, a proporre un piano di pagamento rateizzato dell’importo dovuto ai creditori; la proposta dovrà essere omologata dal Tribunale;
- accordo del debitore: enti e imprese non fallibili, ma anche privati cittadini, presentano il proprio piano di pagamento che dovrà essere accettato dal 60% dei creditori ed omologato dal Tribunale;
- liquidazione del patrimonio: il debitore cede il proprio patrimonio per il pagamento del debito, nella misura delle proprie reali disponibilità. I beni esclusi dalla cessione al creditore sono quelli non pignorabili, i crediti necessari per alimentazione e mantenimento, e quelli derivati da stipendio nella misura di quanto necessario per il mantenimento della famiglia.
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