Sei ore per bucare il pallone
di Aldo Simonetti
Suvvia, siamo onesti! Quanti di noi, malgrado le innumerevoli scoppole rimediate nell'ultimo lustro (una tragicomica sequenza di playoff persi, mancati ripescaggi, fallimenti e prese per il deretano), ci speravano? Un pò tutti, dai. Perchè, proprio a seguito di una serie sfavorevole di eventi, si conserva quella pur flebile speranza che la ruota giri. Ma, come si è già oramai avvezzi, il meccanismo s'inceppa puntuale, quasi fosse un orologio svizzero dal meccanismo felliniano.
Alle 20, il colpo; quella mannaia che ci condanna ad un altro anno di D. Gli occhi arrossati, la schiena indolenzita ... tanta sofferenza a seguito delle otto ore spese dinnanzi ad uno schermo.
Ben sei ore di camera di consiglio per i cinque giudici delegati. Per deliberare cosa, poi, una sentenza già scritta? Boh?
L' "abusus non tollit usum" di Tavecchio è un muro di gomma, contro cui nulla può l'eloquenza di Di Cintio, il legale dagli attributi di acciaio. Il Seregno, la Samb e una "morra" di società propense a sottrarsi agli inferi dei dilettanti (nella lunga lista di attesa, non si sa a quale titolo, anche il Parma) si affidano alla sua esperienza. Illusi. La storia è già scritta, i padroni del calcio vinceranno sempre. Quelli della tv a pagamento, delle mazzette e delle manovre. Perdono, tuttavia, l'onestà e il calcio italiano in senso lato.
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