La storia di Taranto

LA STORIA DI TARANTO / 25a PUNTATA - LA TARANTO POST-UNITARIA

14.08.2013 16:34

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di Aldo Simonetti

La nostra città dopo l'unificazione dell'Italia

Il periodo successivo alla data di unificazione dell'Italia è caratterizzato da una serie di idee e novità per la cittadinanza tarantina, molte delle quali già in embrione,tuttavia,sotto l'egida dei Borbone. Nel 1862 viene ripreso il discorso relativo alla nascita di un nuovo borgo ad est. Già negli anni di Ferdinando II, al fine di rendere più agevole la vita dei residenti stretti come sardine, si fa avanti l'ipotesi di un' estensione del centro abitato verso le campagne orientali. In effetti, nel 1869 viene posta la prima pietra al di là delle vecchie mura, con la costruzione del primo edificio del Borgo nuovo,ossia Palazzo Amelio. E' l'architetto Conversano (il cui progetto è noto come 'Piano Conversano') ad occuparsi del nuovo assetto urbano.

Benchè questa forte ventata di novità sia cruciale per l'avvenire di Taranto, nondimeno per il vecchio abitato inizia la sua parabola discendente, essendone intaccato il prestigio: abbattuta la vecchia cinta e, nel 1883, ridotta inspiegabilmente ad un cumulo di polvere la vecchia Torre di Raimondello Orsini, il fulcro delle attività -e con esso il cuore pulsante dell' 'elite' tarantina- viene con prepotenza proiettato laddove, nel giro di un secolo, la forte edilizia speculativa avrebbe impiantato le sue fondamenta e coperto di cemento una vasta area archeologica in barba ad Archita e a chi, a suo tempo, ebbe fatto grande il nome di Taras. Dopo un'estenuante e, al contempo, stucchevole fase di studio del Governo Regio, nel 1882 viene approvato il piano di costruzione dell'Arsenale , già pensato da Cataldo Nitti venti anni prima. Un atto che, 'nolens-volens', avrebbe consegnato la città nelle mani della Marina Militare. Sul finire degli anni '70 è la volta della ferrovia. Promessa dalla monarchia napoletana e mai attuata per ovvie ragioni storico-politiche, soltanto nel 1879 si ha modo di osservare da queste parti il primo passaggio di un treno: colpa della burocrazia tricolore, sempre farraginosa, e di un'amministrazione comunale non di certo più efficace di quelle attuali. Ma sono gli anni dell'istituzione di un noto Ginnasio, l'Archita, la cui sede, dapprincipio nel vecchio Seminario, viene collocata nel maestoso edificio noto come Palazzo degli Uffici, avente oggì le sembianze di un'autentica groviera in mattoni!E' pacifico che l'Unità d'Italia abbia in qualche modo portato degli effetti benefici tra i Due Mari, ma resta un dato inconfutabile l'effettiva estromissione del popolo (che consta di ben 30000 anime), diretto interessato, dalle discussioni politiche, dalle adunanze e dalle decisioni che di volta in volta Roma assume per il destino della città.

 


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