MUSICA: NADAR SOLO - “FAME”. DE SIMONE: “RACCONTIAMO LE MANCANZE”
Non fatevi ingannare dal suono fluido e a tratti liquido, “Fame”, quarta opera dei torinesi Nadàr Solo, tocca le corde del cuore con i “soliti” testi ricercati e profondi. Undici poesie dei nostri giorni incastonate in un lavoro che è limitativo imprigionare nell'indie rock. Nessuna sorpresa all'ombra della Mole, i tre “ragazzacci” piemontesi sono maturi al punto giusto per spiccare il volo nel gotha del rock italico,il retrogusto è quello gradevolmente “chitarroso” di Un piano per fuggire (secondo album dei Nadàr). Alcune tracce sono da pelle d'oca come Splendida idea e Non sei libero. Il segreto dell'album è la sconzonata e apparente leggerezza della musica su testi impegnati. Vi abbiamo detto abbastanza, ci è sembrato però opportuno presentare “Fame” attraverso una breve “chiacchierata” con Matteo De Simone, voce e bassista della band, nel giorno (martedì 11 novembre) dell'uscita ufficiale del nuovo album.
Come suona “Fame”? “E' un disco di cui siamo molto felici. Diciamo che “suona” benissimo che finalmente esca perchè non vedevamo l'ora. E' un disco che è molto vicino a quello che facevamo dal vivo sul palco. Questa è una cosa che ancora non ci era riuscita pienamente almeno nei due dischi precedenti. Abbiamo suonato parecchio in questi mesi e lo scorso anno, precisamente il 9 novembre, avevamo fatto un live. Federico (Putilli, chitarrista dei Nadàr) si è occupato degli arrangiamenti rendendolo il più riproducibile possibile dal vivo”
Diversifichiamo “Fame” dai vostri lavori del passato? Per esempio “Diversamente come?”, il vostro album precedente, era per “chi non sapeva che pesci pigliare”, almeno queste furono le tue parole nel corso della nostra prima intervista. Questo invece?
“Parte dall'idea di raccontare le mancanze, in senso lato. “Fame” presuppone il vuoto in senso fisico per lo stomaco vuoto, mentre in quello letterale lo puoi estendere come ad esempio alla “fame d'amore...di riconoscimento...d'ambizione..di accettazione”. L'idea iniziale era quella di produrre un concept sulle malattie psicosomatiche che spesso sono causate da mancanze di tipo psicologico. Ci sono tre brani nell'album che partono da questa idea e sono : “Cara madre”, “Ricca provincia” e “Jack lo stupratore”. Trattano rispettivamente dell'ipocondria, della bulimia e dell'impotenza. Con il passare del tempo avevamo tante cose per la mente che ci è sembrato limitativo chiuderci nel concept. Diciamo che comunque il filo conduttore è rimasto quello del raccontare la mancanza”
A chi è adatta quest'opera, intendo come fasce d'età e chi ci si può rivedere? “Non ti saprei dire, la mia ambizione sarebbe quella di creare musica per tutti...sempre. Spesso siete proprio voi giornalisti che andate ad individuare un target di utenti. Devo ringraziare proprio un giornalista che ha recensito l'album parlandone benissimo e focalizzando l'attenzione su “una generazione affamata che ha voglia di affermarsi”. Siamo anche dei trentenni che hanno voglia di prendersi il proprio tempo. Raccontiamo storie di debolezze cercando di raccontarlo con più amorevolezza possibile”
Quando vi rivedremo in Puglia e Basilicata? “Sicuramente torneremo al Sud, credo che ciò avverrà in primavera diciamo dai primi di marzo in poi. Tra l'altro al Sud ora abbiamo un certo seguito quindi sarà più facile tornarci”
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