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Taranto, dal sogno playoff al disastro: tra errori, promesse tradite e un futuro incerto

di Rossana Sangineto

12.09.2024 13:24

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foto Andrea PettenuzzoSolo il 15 maggio scorso, lo Iacovone vibrava di un'energia rara, alimentata dalla passione incondizionata dei suoi tifosi. Nonostante lo 0-1 incassato contro il L.R. Vicenza nell'andata del primo turno dei playoff nazionali, i sostenitori rossoblù non hanno smesso di crederci e, dalla curva nord, si alzava potente un coro che sfidava la sconfitta: "Con la corriera e 30 casse di birra, ce ne andiamo a Vicenza!"
Un urlo di speranza e passione che raccontava di una città disposta a seguire la propria squadra ovunque. Infatti, i 1.100 biglietti per il settore ospiti, esauriti in meno di un’ora, testimoniavano la voglia di esserci, di lottare fino alla fine.
Il pareggio nella partita di ritorno contro il Vicenza ha sancito l'uscita del Taranto dai playoff, infrangendo il sogno di una promozione in Serie B. Un sogno che, se a inizio campionato sembrava impossibile, abbiamo finito per accarezzare un po' tutti. 
Ma dietro a quell'entusiasmo, già covava un malcontento profondo. Il Taranto aveva dovuto affrontare quel girone dei playoff solo a causa della penalizzazione di 4 punti dovuta al ritardato pagamento di ritenute Irpef e contributi Inps. Una macchia che aveva ulteriormente incrinato il già difficile rapporto tra la società e la tifoseria. 
Nonostante i miracolosi risultati della stagione, molti tifosi avevano da tempo perso fiducia nella gestione del presidente Massimo Giove, chiedendo apertamente un cambio di proprietà per garantire un futuro solido al club.  
Giove, dal canto suo, invece di capitalizzare i risultati ottenuti, ha rapidamente dissipato ogni, seppur minimo, residuo di fiducia. Invece di dare solidità al progetto, ha imboccato una strada fatta di improvvisazione, mancanza di trasparenza e totale assenza di programmazione. Un errore ancora più grave se valutato nell'ottica di un necessario ridimensionamento dovuto all'imminente mancanza di uno stadio di casa. 
A partire dalle prossime settimane, infatti, allo Iacovone inizieranno i lavori di ristrutturazione in vista dei Giochi del Mediterraneo 2026, obbligando la squadra a giocare lontano dal proprio pubblico per il prossimo biennio.
Una condizione che avrebbe richiesto una pianificazione più rigorosa e accurata per garantire una transizione quanto più indolore possibile ma che, invece, è stata gestita con superficialità e approssimazione.
A tutto questo si aggiungono i ritardi dell'amministrazione comunale nell'avviare i lavori, già previsti dal 2019, anno di assegnazione dei Giochi del Mediterraneo alla città, fornendo un assist perfetto per il disimpegno di Giove. 
Le incertezze burocratiche e l'assenza di una tempistica definita hanno aggravato ulteriormente la crisi, lasciando il Taranto in balia di se stesso.

E intanto, il club si ritrova senza uno stadio di casa già dal prossimo mese e, ad oggi, non si sa ancora quale sarà il campo che ospiterà il Taranto per i prossimi due anni. Un'altra dimostrazione di come si stia navigando a vista, senza una rotta.

Domani si disputerà Taranto - Trapani, l'ultima a porte chiuse per la sanzione irrogata dal Giudice Sportivo lo scorso 27 agosto per i noti fatti di Vicenza, e i ragazzi di mister Gautieri non potranno nemmeno contare sul calore di quegli  irriducibili che continuano a tifare "solo per la maglia".

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