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Rinaldo Zerbo: "Lo Iacovone non ci interessa" – Un insulto alla storia del Taranto
di Rossana Sangineto
Il direttore generale del Taranto FC, Rinaldo Zerbo, ha deciso di superare ogni limite dell’arroganza e dell’irresponsabilità. Ospite ad Antenna Sud, incalzato da Gianni Sebastio e Leo Spalluto, si è lasciato andare a una dichiarazione che suona come uno schiaffo alla storia rossoblù: "Lo Iacovone non ci interessa".
Una frase indegna di chi rappresenta un club che porta nel nome la città e nel cuore la passione di un popolo. Lo Iacovone, più di un semplice stadio, è il simbolo del calcio tarantino, il tempio in cui generazioni di tifosi hanno vissuto gioie e dolori, in cui il sogno del calcio professionistico ha sempre trovato la sua casa.
Zerbo, invece, con sconcertante superficialità, dichiara che sarà preferito lo stadio di Faggiano, qualora i costi del nuovo Iacovone non saranno sostenibili. La città respinge fermamente una società che tratti il Taranto fosse una squadra esiliabile e non il cuore pulsante della città. Un'affermazione che, oltre a mortificare la tifoseria, conferma la distanza siderale tra l’attuale gestione e il sentimento popolare.
È chiaro che questa dirigenza non ha alcuna volontà di costruire un progetto che rispetti la tradizione e il senso di appartenenza della città. Zerbo e chi lo sostiene dimostrano ogni giorno di più di non essere all’altezza di guidare una squadra che ha fatto la storia del calcio. Ma c’è un limite alla pazienza: se lo Iacovone "non interessa" alla società, allora è giusto che sia la città a trarne le dovute conseguenze.
Il Taranto non è di chi lo gestisce, ma di chi lo ama.
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