Il silenzio dello Iacovone: Taranto sconfitto e senza futuro
di Rossana Sangineto
Parlare di calcio giocato, in una situazione come questa, è quasi impossibile. Tutte le parole sembrano inutili e inadeguate di fronte a ciò che sta vivendo il Taranto. La sesta sconfitta consecutiva, subita in casa contro il Giugliano, è solo l’ultimo capitolo di una storia sempre più surreale. Non ci sono giocate da raccontare, né episodi che possano cambiare la narrazione di una squadra allo sbando.
Lo stadio Iacovone, vuoto e in fase di ristrutturazione, è stato il teatro di una partita che non ha mai avuto vera vita. Nessuno slancio, nessuna energia, nessuna idea. Per quasi ottanta minuti, il campo è stato il palcoscenico di una gara spenta, priva di emozioni. Poi, al 78' e all'80', i gol di Giorgione e Masala hanno sancito la resa definitiva del Taranto, confermando un declino che ormai è inarrestabile.
In panchina, Maurizio Bisignano, arrivato dopo le dimissioni di Michele Cazzarò, è l’uomo chiamato a rimettere insieme i cocci. Ma come può riuscirci, quando ciò che manca è la struttura stessa?
La città osserva impotente, con il cuore pesante, mentre il Taranto affonda. E la domanda, quella che nessuno vuole pronunciare, resta sempre la stessa: esiste ancora un futuro per questa squadra? O ci stiamo solo abituando all’idea della fine?
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