Casertana-Taranto 2-0: Il nulla dentro e oltre il campo
di Rossana Sangineto
C’è poco da raccontare, in realtà, di questa Casertana-Taranto finita 2-0.
Parlare di calcio è un insulto al gioco stesso, se quello che abbiamo visto può definirsi tale.
La partita è stata lo specchio perfetto di una squadra che pare non possedere minimamente l’essenza stessa del concetto di competizione. Un Taranto senza anima, senza idee, senza prospettiva, incapace di reagire, di costruire e perfino di lottare.
Inutile addentrarsi nei dettagli tecnici: l’assenza di organizzazione e carattere del Taranto rende qualunque analisi superflua.
Le domande sorgono spontanee: a quale prospettiva rosea si riferiva il direttore generale Lucchesi? Che speranza poteva mai intravedere?
Forse è tempo di ammettere la cruda realtà: questo Taranto, così com’è, perderebbe perfino il torneo dell’oratorio Don Bosco. Qui non si tratta solo di sconfitte sul campo, ma di una crisi d’identità collettiva.
All’orizzonte, l’unica prospettiva vagamente rosea che resta è l’addio di Massimo Giove. Un presidente che ha segnato uno dei periodi più bui della storia del club, degno, forse, soltanto del periodo di Mister Tato Sabadini.
Se c'è una via d’uscita, inizia con un cambio radicale. Fino ad allora, la parola "calcio" continuerà a suonare come un insulto ai tifosi.
Commenti