Vincenzo Cosa: 'Il Taranto doveva credere nel progetto tecnico fino alla fine'
L'ex attaccante a Tutto Sport Taranto: 'Contento di aver segnato per il Taranto e sentito acclamare i tifosi'
DI ALESSIO PETRALLA
A commentare il periodo delicato e il campionato di serie D/H, a Tutto Sport Taranto, è l’ex attaccante di Taranto e Cosenza, Vincenzo Cosa: “Il periodo non è bello in tutti i sensi sia per il calcio che per la vita di tutti i giorni. Questo virus ha creato disagi. Sono uno sportivo e perciò è difficile”.
SOLUZIONI: “Esprimere un giudizio non è facile: bisognerebbe scegliere le soluzioni migliori anche se qualcuno resterà sempre scontento”.
SERIE D/H: “E’ uno dei gironi più difficili insieme a quello I. Il Taranto sulla carta era la più forte ma c’è sempre un rettangolo di gioco che alla fine emana i verdetti. Il Bitonto ha meritato la vittoria perché si è dimostrata la squadra più costante anche se nelle ultime giornate aveva avuto un calo che ci può stare. Il Foggia era li su e sarà rimasto, sicuramente, con l’amaro in bocca. La situazione si poteva capovolgere. Il Cerignola con Feola stava dando continuità di risultati. Raggruppamento bello da vedere”.
IL TARANTO: “Quando esiste un progetto con un tecnico e uno staff non si dovrebbe cambiare subito anche se a Taranto c’è fretta di salire: ora bisogna tornare a vivere la realtà. Degli errori, sicuramente, saranno stati fatti. Bisogna credere fino in fondo nel progetto. Poi, da non dimenticare la pressione della piazza. Ho vinto quattro campionati di fila non solo per i miei gol ma perché avevamo un grande gruppo e una società che lavorava bene: sono fattori fondamentali che ti permettono di pensare soltanto a lavorare”.
AMARCORD: “Nel 2012, in serie D, aver calpestato l’erba dello “Iacovone” dopo aver fatto il settore giovanile tra gli anni ’80 e ’90 è stata una grande emozione. Purtroppo dopo tre mesi sono andato via perché alcune cose non mi stavano bene. Peccato perché avrei voluto dare il mio contributo per far risalire il Taranto. Ho avuto la possibilità di coronare un sogno realizzando due, tre gol e sentendo lo stadio acclamare”.
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