L'Associazione Nazionale dei Critici di Teatro (Anct) premia il Crest per il lavoro ai Tamburi, area con una forte criticità ambientale
«Per il suo particolare impegno nel lavoro in un’area di criticità ambientale» la compagnia teatrale Crest di Taranto, che da molti anni opera nell’auditorium TaTà al quartiere Tamburi, ottiene il premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2023, manifestazione itinerante con la quale i critici italiani ogni anno segnalano spettacoli, personaggi e iniziative di particolare importanza registrate nella stagione precedente. «Quest’importante riconoscimento ci onora e gratifica il lavoro di un gruppo di persone che ha scelto e continua a scegliere di lavorare “nelle” e “con” le periferie della nostra città, cercando di garantire qualità in ogni azione, nel produrre come nel programmare, nella formazione come nell’animazione o coinvolgimento della comunità», dichiara la presidente del Crest, Clara Cottino. «Ci piace pensare - prosegue Cottino - che la qualità artistica possa e debba abbracciare il rischio sociale come “messa in campo” e non “messa a servizio” e che questo premio valga come riconoscimento del nostro perseverare in tale direzione. Pertanto, un sincero grazie va a Giulio Baffi e all’associazione da lui presieduta per aver regalato nuovo sprone a tutti i lavoratori del Crest ad agire sempre per il meglio».
I premi per varie categorie verranno consegnati lunedì 20 novembre, al Teatro Gobetti di Torino, a tutti i vincitori, ospiti del Teatro Nazionale - Teatro Stabile di Torino. Tra l’altro, la stagione Periferie del Crest all’auditorium TaTà s’inaugurerà, due giorni prima, il 18 novembre, proprio con «Natale in casa Cupiello» di Teatri Associati di Napoli e Interno 5 cui è andato il premio dell’Anct come miglior spettacolo: un lavoro per attore «cum figuris» per la regia di Lello Serao e l’interpretazione di Luca Saccoia che prevede l’utilizzo di maschere e pupazzi di Tiziano Fario aprendo con un ritmo serrato e una surreale artigianalità uno squarcio nella memoria degli spettatori, affezionati alla commedia che più di tutte incarna nell’immaginario collettivo il genio del grande Eduardo e l’universalità del suo teatro.
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