Taranto F.c.

L'amarcord di TST: Massimo Silva, 'Quando arrivai fischiavano anche Riganò...'

Il tecnico della galoppata verso la C1 racconta, a Tutto Sport Taranto, i momenti più emozionanti vissuti a Taranto

22.04.2020 19:34

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DI ALESSIO PETRALLA

E' stato l'ultimo allenatore a vincere un campionato ottenendo un primo posto a Taranto, Massimo Silva (che sostituì a stagione in corso il compianto Buso e che oggi allena la Vastese in serie D) che nel 2000-01 riuscì a compiere una vera e propria magia (per i tifosi era ed è soprannominato "Mago Silva") rimontando undici punti al Campobasso e che, a Tutto Sport Taranto, racconta le emozioni di quella difficilissima stagione: "Abito ad Ascoli e vivo discretamente in casa questo periodo: ho qualche parente in alta Italia in cui la situazione è ancora complicata. Calcisticamente, ovviamente mi manca il campo, questo perchè sono uomo di sport e alleno ancora in serie D. La ripresa? Sono pessimista".

LA VASTESE: "Prima dello stop del campionato eravamo a ridosso dei play off. I giocatori stanno seguendo, da casa, alcuni programmi che invia il preparatore atletico. Questo giusto per principio visto che secondo me, ormai, si ripartirà a settembre: attualmente non vedo nessuno spiraglio. Servirebbe un miracolo".

TARANTO: "Quel periodo in riva allo Ionio fu straordinario: arrivai a campionato inoltrato. In quel periodo c'era contestazione da parte della tifoseria che fischiava, anche durante gli allenamenti, addirittura Riganò. Ero incredulo perchè la squadra che avevo a disposizione era fortissima. Si sa, però, a Taranto non è facile fare calcio perchè bisogna vincere a tutti i costi. Trovai calciatori di personalià tanto che fu facile motivare quel gruppo e assorbire le pressioni con il gran lavoro. Tra queste c'erano anche quelle del Patron Ermanno Pieroni. Vincemmo un grande campionato e fu una super soddisfazione vedere 26000 tifosi, nell'ultima sfida interna con il Catanzaro, assiepati sui gradoni dello "Iacovone".

L'ESORDIO: "Ricordo che la mia prima partita coincise con un lunedì sera quando, con la diretta TV, sfidammo il Giugliano. Non riuscivamo a sbloccare il risultato con il match che si avviava verso uno scialbo 0-0: fu Riganò, poi, nel finale a far esplodere lo "Iacovone"".

RICORDI: "Ho tanti ricordi di quei mesi: la festa finale con il Catanzaro quando ci colorammo, tutti quanti, i capelli di rossoblù e con tutti i calciatori che mi abbracciavano. Altro momento importante fu quando lanciai il portiere Gori che poi, come tutti sappiamo, sta consumando una gran carriera. In estate non fui confermato e ancora non ne capisco i motivi. Per questo sono dispiaciuto anche se dopo allenai in categorie superiori vincendo, tra l'altro, la serie D. Fu un successo difficile. Mi dicono che a Taranto ancora sono simpaticamente ricordato come Mago Silva".

LA TIFOSERIA: "Quando arrivai a Taranto puntai molto sulla disciplina della squadra anche per far vedere alla tifoseria che non si scherzava. Quando, la domenica, si scendeva in campo sembrava di stare in serie A: lo stadio era sempre pieno. Lo avevo visto così soltanto in massima serie".

SERIE D/H: "Ho vinto questo campionato con il Brindisi: avevo una gran squadra. Posso confermare che ogni anno ci sono derby pugliesi difficilissimi e sfide complicatissime in terra campana. Più che uno squadrone servirebbe tanta personalità per trionfare in questo girone".

IL TARANTO E GIOVE: "Qualcosa, sicuramente, non sarà andata per il verso giusto visto che hanno ceduto D'agostino e qualche altra pedina importante. Il Presidente Giove, con cui ho vinto quel campionato, ci crede e spero che per via della quasi certa riforma dei campionati possa ritrovarsi in un'altra categoria. Ricordo lui e il Patron Pieroni: erano vulcanici ma credevano tantissimo nella promozione. Attualmente la tifoseria non può dire nulla a Massimo Giove che sicuramente ci tiene tantissimo. Lui è il primo tifoso del Taranto e soffre quando i risultati non arrivano".

BEL RICORDO PER LA TIFOSERIA: "Per essere ancora ricordato, a Taranto devo aver compiuto una grande impresa: prima di me c'era il compianto Buso che non era facile da sostituire oltre ad un Campobasso che volava a mille e che aveva undici punti di vantaggio. La vera impresa personale fu far coesistere quattro giocatori, che qualcuno poteva reputare prime donne, come Sesia, Monza, Giugliano e Terrevoli...".

Si ringraziano:

 

 

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