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Taranto, mister Bosco: “Senza stadio dovremo accettare un ridimensionamento”

Intervista all'ex tecnico di Latiano, Grottaglie e del settore giovanile rossoblu

09.07.2024 13:54

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Alberto Bosco

A cura di Enrico Losito

L’inizio della nuova stagione dei rossoblu tra calciomercato e vicenda stadio, ne abbiamo parlato nella nostra “chiacchierata” con il tecnico tarantino Alberto Bosco che ci ha fornito anche delle anticipazioni sul suo futuro. L’allenatore è reduce dall’esperienza con il Latiano dopo le panchine di Grottaglie e con le giovanili del Taranto.

La vicenda stadio Iacovone è riesplosa violentemente a suon di comunicati. A tuo avviso quello del Club rossoblu è una semplice “provocazione” o il problema è davvero reale?

“La situazione stadio credo che le parti coinvolte nella vicenda sapevano dall’inizio che l’utilizzo dello Iacovone sarebbe stato difficile e problematico per tante ragioni. Sono stato sempre pessimista per questioni di sicurezza. Mi domando chi possa assumersi la responsabilità di aprire al pubblico un impianto in sicurezza durante determinati lavori. Sono pessimista anche sui lavori che riguarderanno alcune zone del tarantino che saranno coinvolte per i Giochi del Mediterraneo. Siamo già nel 2024 inoltrato e il 2026 è quasi alle porte ovviamente le aziende serie lavorando duramente anche nei week end potrebbero anche farcela a completare i lavori però vedo tanti progetti ma non le “mani” messe sui cantieri. Per me il comunicato stampa emanato dal Taranto qualche giorno fa può essere una sorta di provocazione per smuovere le coscienze di tanti tarantini soprattutto tifosi. Obiettivamente sposti la squadra ma i supporters avranno grandi difficoltà per seguirla se le distanze saranno considerevoli, diventerà gravoso seguire la squadra sempre in trasferta. A questo dobbiamo aggiungere anche il momento economico difficile che vive la nostra Città e l’imprenditoria tarantina”

Che calciomercato ti aspetti dai rossoblu cosiderando che potrebbe essere più quello delle “idee” che delle risorse economiche?

“Le società devono ragionare d’azienda, ormai si contano sulla punta di una mano i presidenti pronti a mettere mano a risorse personali per investirle in toto nel calcio. Se il Taranto dovesse realmente emigrare in un’altra località ci saranno dei costi gravosi sul bilancio societario con incassi che non puoi preventivare perché non sai quanti tarantini potrebbero seguire la squadra e nemmeno puoi preventivare quanti “appassionati” del posto potrebbero vedere la partita magari incuriositi dalla Lega Pro. Credo che questi aspetti influenzeranno molto il calciomercato dei rossoblu in particolare diventa difficile legare calciatori con contratti pluriennali. Poi parliamo degli sponsor…A parte i main sponsor, chi potrebbe avvicinarsi ai rossoblu investendo in una cartellonistica di un’altra regione?! Non vorrei essere nei panni del Club ionico, spero che noi tarantini potremo capire che se verrà costruita una squadra per la salvezza dovremo accettarla”

Come allenatore al posto di mister Capuano come ti saresti comportato? Saresti andato via o saresti rimasto?

“Le situazioni vanno vissute personalmente, io preso dai sentimentalismi probabilmente avrei fatto la stessa scelta di Capuano, da tecnico invece sarebbe stato meglio lasciarsi con due campionati in archivio svolti in maniera egregia quindi con un bel ricordo. Il calcio verte sui risultati e non sui ricordi, una stagione buona si dimentica dopo 3 sconfitte di fila. Lo scenario e la stagione si preannuncia difficile in assenza dello stadio e un tecnico sa bene cosa significa allenare la squadra in una “casa che non è tua” soprattutto per l’assenza del calore della tua Città; in buona sostanza sei come un universitario fuori sede che desidera tornare per le feste natalizie e per l’estate nella propria casa. In passato mi è capitato di ragionare con il cuore ma, lo ribadisco, da tecnico avrei chiesto una squadra da primi 3 posti in classifica ma alla luce di questi scenari che si stanno delineando relativamente allo stadio avrei lasciato Taranto con un amore che sarebbe rimasto nel tempo. Ad ogni buon conto conoscendo le grandi qualità di Capuano sono convinto che riuscirà comunque ad allestire una squadra competitiva per la categoria”.

Parliamo del tuo futuro, dove allenerai la prossima stagione?

“Purtroppo all’interno della nostra regione le squadre coinvolte nei campionati di mia competenza iniziano a diventare poche in particolare quelle con dei programmi validi e lungimiranti. Per questo dopo la parentesi di Latiano della scorsa stagione, mi è balenata anche l’idea di aspettare e valutare proposte extra regionali. Ad oggi una società si è rivolta a me per accontentarmi sotto tutti i punti di vista soprattutto organizzativi e di squadra, questa compagine è il Ceglie, retrocessa dal campionato promozione e desiderosa di tornare il più presto possibile a calcare i campionati che le competono per il bacino d’utenza. In questi giorni i colloqui sono più intensi in questi giorni e ne saprete di più nei prossimi giorni. Auspico che i club in tutte le categorie possano davvero puntare seriamente sui settori giovanili e auguro al Taranto che il nuovo corso avviato possa essere fruttuoso. Negli anni 90’ il settore giovanile del Taranto ha prodotto tanto, si è rivisto qualcosa dopo il 2000 ma purtroppo la scorsa annata non è stato all’altezza”.   

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