La storia di Taranto

LA STORIA DI TARANTO / 17a PUNTATA - LA DOMINAZIONE SPAGNOLA / PARTE I

14.08.2013 17:10

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Taranto invasa dagli ispanici, la prima parte


 

Accantonato il pericolo turco, le attenzioni vengono nuovamente rivolte all'ordinaria amministrazione della città. Terminato il periodo d'oro aragonese, a subentrare nella gestione della cosa pubblica in tutto il Mezzogiorno d'Italia è Ferdinando III di Castiglia a cui segue Carlo V, imperatore. Questi, alla guida di una compagine territoriale che si estende su due continenti (tra le Americhe e l'Europa), ha un particolare occhio di riguardo nei confronti di Taranto, soprattutto in virtù dell'appoggio che la città gli ha offerto in occasione delle Guerre d'Italia contro i contendenti francesi.

Privilegi, esenzioni fiscali e persino l'introduzione di un importante sistema idrico - la cui sorgente è rappresentata da una fontana posta nel luogo dell'attuale piazza che ne reca il nome- fanno dei Tarantini un popolo di favoriti. Quanto detto si riferisce espressamente a quel periodo storico che, convenzionalmente, indichiamo come 'prima fase' di dominazione spagnola, conclusasi con il Trattato stipulato a Cateau-Cambresis nel 1559 (che sancisce la definitiva egemonia iberica sull'Italia meridionale e su buona parte di quella centro-settentrionale). Due secoli di relativa tranquillità -definiti di 'pax hispanica'- per il Sud e per Taranto, costretta tuttavia a sgomitare con altre città per godere dei favori dei vicerè napoletani inviati da Madrid. La notevole importanza strategica e il suo porto fanno della città un cruciale snodo nel cuore del Mediterraneo. Ciononostante, la miseria e le precarie condizioni di vita di numerose famiglie di estrazione popolare (costrette a vivere tra stenti e malattie in monolocali male illuminati e sudici) fanno da sfondo ad una Taranto seicentesca dalle tinte cupe. Le voci di dissenso contro il malgoverno spagnolo non tardano ad arrivare. Si parte dalla capitale, Napoli, laddove la rivolta è capeggiata da un pescivendolo senz'alcuna formazione culturale, Tommaso Aniello - noto a tutti come Masaniello-, abile tuttavia a scuotere le masse. Le nuove idee rivoluzionarie giungono in brevissimo tempo sulle rive dello Ionio (probabilmente nello stretto giro di poche ore!). Matteo Diletto, inviato da Masaniello, catechizza la popolazione tarantina nel tentativo di aizzarla contro i governatori iberici presenti in città e la ricca nobiltà. Malgrado una serie di disordini, omicidi e saccheggi, la calma è presto ristabilita. Madrid avrà il controllo della città sino al 1713, allorchè viene stabilito un nuovo ordine politico per l'Europa. In conclusione, non è rischioso affermare che il dominio spagnolo non ha fruttato nulla alla nostra città ma, al contrario ha reso ancora più nette le distanze tra ceti abbienti e quelli non abbienti, privatizzando le risorse e prosciugando le tasche dei residenti. Diversa è la questione relativa alle molteplici eredità linguistiche e culturali di origine marcatamente ispanica. E che affronteremo nella prossima puntata.

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