A Cava fine della scia positiva dei rossoblù. Dominio totale dei padroni di casa
Di Rossana Sangineto
La Cavese spegne l'entusiasmo del Taranto interrompendo la breve striscia positiva inaugurata da Michele Cazzarò, imponendosi con un netto 3-0 al Lamberti. Una sconfitta pesante, che evidenzia il dominio della squadra di casa per tutta la durata del match. Una serata da dimenticare per i tarantini, tornati improvvisamente a fare i conti con le loro fragilità.
La partita si è messa subito male. Già al 4', la Cavese passa in vantaggio: sugli sviluppi di un calcio d'angolo, Loreto segna, intestandosi il primo gol subito dal Taranto da quando Cazzarò è tornato in panchina, segno di un approccio difensivo poco efficace sin dalle prime battute.
Nella ripresa, il Taranto ha provato a reagire, ma la Cavese ha continuato a dimostrare la propria superiorità. Al 59’, il raddoppio di Vitale è arrivato come una sentenza.
Ogni tentativo di reazione rossoblù si è infranto contro un muro, e all’86’ è arrivato il colpo del KO. Sorrentino ha sigillato il 3-0, affondando un Taranto ormai in ginocchio.
Il triplice fischio è stato una liberazione, ma ha lasciato i tifosi ospiti con un amaro difficile da digerire.
Non è passata inosservata la protesta della Curva della Cavese, che ha esposto uno striscione contro l’ex Ilva. Un messaggio che ha toccato corde profonde, ricordando come il dramma di Taranto vada ben oltre il campo di gioco. La protesta, che supera i confini locali, dimostra la solidarietà di una parte della tifoseria verso le vicende che coinvolgono la città di Taranto, simbolo di lotte ambientali e sociali contro uno stabilimento che uccide.
Questa sconfitta arriva in un momento delicato per il Taranto, con il preliminare di cessione societaria appena siglato e un’intera città in attesa di segnali di rinascita.
La strada è ancora lunga, ma le crepe emerse contro la Cavese fanno male. Per rialzarsi, serviranno cuore, testa e soprattutto risposte, innanzitutto fuori dal campo. Il Taranto, oggi come non mai, deve ritrovare sé stesso per non perdere di vista l’obiettivo della salvezza.
Commenti