
Lorenzoni: "Non riesco ancora a spiegarmi l'avvicendamento in panchina tra Papagni e Prosperi"
Il noto talent scout analizza la stagione dei rossoblu: "Aver rinunciato ad un allenatore esperto, in obiettivo, per un esordiente mi ha stupito non poco. Ecco cosa rimprovero alla società. E sogno Paola Raisi presidente onorario..."
A TuttoSportTaranto.com il noto talent scout Pierluigi Lorenzoni, anche organizzatore di eventi e conoscitore di calcio tarantino. Pierluigi, cosa sta accadendo al Taranto? Stagione assurda: dopo il ripescaggio, solo cattive notizie. Tanti cambi tecnici, l'aggressione a tre calciatori, l'ultimo posto con la quasi retrocessione ed oggi il furto a mister Ciullo.
Davvero difficile rispondere, è un po' come discutere del sesso degli angeli. Io non credo che la società abbia solo voluto risparmiare in termini economici, alla luce degli ingenti investimenti per il ripescaggio. Penso, piuttosto, che ci sia stata scarsa conoscenza dei calciatori acquistati da parte di chi era preposto a farlo. Ricordo che ad agosto segnalai un paio di atleti, tra cui Vittorio Esposito, un calciatore "da Taranto" che avrebbe fatto la differenza ed infiammato la piazza. L'aver cambiato tanti allenatori è stato sinonimo di insicurezza. Non riesco ancora a spiegarmi l'avvicendamento tra Papagni e Prosperi, ad esempio: esonerare un allenatore esperto a cui è stata chiesta la salvezza con la squadra a centroclassifica e darla ad un esordiente mi ha stupito non poco. Come non ha risposte ancora l'aggressione ai calciatori, a cui si è aggiunto anche il furto che hanno dovuto subire Ciullo e parte del suo staff tecnico. Bisognerebbe chiedere a chi di dovere quali sono le persone autorizzate ad entrare allo stadio durante gli allenamenti.
Pierluigi, quali sono le colpe, se ci sono, della presidenza e cosa faresti tu al posto del duo Bongiovanni - Zelatore.
Quella di aver dato l'impressione a tutti, magari sbagliata, di correre con i paraocchi. Di aver dato l'impressione, magari sbagliata, di perdere gradualmente di credibilità. Credo, inoltre, che diversi giornalisti siano stati fin troppo accondiscendenti con la dirigenza durante la stagione: probabilmente maggiore spirito critico avrebbe giovato anche in questo torneo così disgraziato.
Una piazza come Taranto rischia di nuovo la D: qual è la ricetta per conquistare l'amore dei tifosi dopo l'ennesima delusione?
Una ricetta non ce l'ho, ma posso rivelare un sogno nel cassetto. Un cassetto aperto due anni fa, con una proposta d'acquisto alla Fondazione Taras che probabilmente non è stata esaminata con attenzione. Anche attualmente ci sono imprenditori del territorio pronti a sposare il mio progetto: la realtà è che abbiamo un'importante officina tarantina, con allenatori locali che non hanno da invidiare agli altri. L'idea è quella di un'azienda con dei compiti ben precisi e magari, perché no, con la signora Paola Raisi, moglie del compianto Erasmo Iacovone, presidente onorario. La storia può migliorare il nostro futuro.
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